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domenica 28 giugno 2009

Se il “Corriere” è “il Manifesto”, dei ricchi

“Attratto dalla prospettiva di far parlare di sé per un incontro all’estero e senza collegamenti con cene appariscenti a causa di signorine, Silvio Berlusconi ha deciso oggi di partire per Corfù, in Grecia”. È l’“attacco” della free-press di quartiere? No, del “Corriere della sera”, il maggiore quotidiano italiano, di uno degli inviati a Trieste per il vertice dei ministri degli Esteri. E va a Corfù Berlusconi in gita? No, va al Consiglio Nato-Russia, il primo dopo la rottura dell’anno scorso, quando la Russia invase la Georgia. Per tentare un rilancio dell’accordo di Pratica di Mare del 2002, spiega il “Corriere” infastidito, che creò il Consiglio Nato-Russia. La presenza di Berlusconi è “vista con qualche fastidio nel quartier generale della Nato a Bruxelles”, assicura il “Corriere”.
Non è un articolo isolato, ed è anzi la novità di questo 2009: il “Corriere della sera” si scrive come il “Manifesto” del 1979, o già, benché rivista pensosa, del 1969. Un altro servizio da Trieste ha sempre ieri un attacco ancora più peregrino: “In pubblico, Silvio Berlusconi riempie di complimenti Barack Obama, il presidente degli Stati Uniti che prima di dargli udienza a Washington lo ha obbligato a un’attesa di circa sette mesi dalle elezioni americane, cinque dal suo insediamento”. Lo ha tenuto alla porta? E la Merkel allora, che ha aspettato circa otto mesi? E questo in un articolo che non c'entra nulla, poiché parla della visita a Roma del premier israeliano Netanyahu: si attacca un politico senza neanche dire perché, anzi si deride, si indica al pubblico disprezzo, perché tanto è un nemico.
Volendo nobilitarlo, sarebbe un giornalismo dell’Amico\Nemico, la relazione politica topica di Carl Schmitt, che fu nazista ma è molto apprezzato anche a sinistra. Come se il Muro non fosse caduto, e ci fosse un’utopia da difendere. O è scandalismo?
C’era una volta infatti il giornalismo serio e quello scandalistico. Ma non è questo quello del “Corriere”, non lo sanno fare: il gossip si vuole leggero, non violento, e questo invece fa paura. È il “Manifesto”, un giornale arretrato di una generazione, e forse due, e una controinformazione che, venendo dall’establishment più establishment che ci sia, altezzoso, duro, è una contraddizione in termini. A mano che non sia un’altra parola per restaurazione. Di quando i giornali ci facevano la predica.
La controinformazione dei golpisti
Questi giornali della questione morale sono l’informazione. Sono i maggiori gruppi editoriali, Murdoch, De Benedetti, Rcs e Elkann, che fanno l’informazione sul concorrente Berlsuconi. Sono l’establishment e non gli outsider – l’outsider sociale è anzi l’accusato. Sono benpensanti, che come sempre avviene sono anche corrotti: il gruppo Rcs agita la questione morale dopo avere soffocato con la premurosa Procura di Milano la più colossale manomissione di bilancio della storia d’Italia, 1.300 miliardi spariti nelle tasche di azionisti e manager, e in fondi neri (tangenti). De Benedetti è l’alfiere dei privilegi della magistratura, denunciando i quali i suoi giornali anche prosperano. Senza contare che la controinformazione non esiste più – è limitata a questi blog, grilli parlanti.
No, è l’informazione con la maiuscola, potente e prepotente. Che tutta converge in un’unica direzione: non consentire mai un governo che governi. Non un’istituzione di governo efficiente, invece delle solite coalizioni che si possono scardinare. Non un leader di peso. Non solo Berlusconi, ma neanche D’Alema né Prodi – Veltroni sì ma perché, a quel che si vede, non esiste. Questo è avventurismo. Che, col sollecito supporto dei ridicoli magistrati – ridicolizzati dagli stessi giornali – diventa golpismo. Questo blog dovrebbe intitolarsi “Golpismo permanente”.
Nello stesso indirizzo, se non è un piano, troviamo peraltro una seconda ricorrenza storica, accanto alla caduta del Muro, che in Italia, terra dei decannali e dei ventennali, si tace: i quarant'anni del "Manifesto". Non ci sono più comunisti? Sono clandestini nella Resistenza, contro Berlusconi? Nei giornali più importanti e meglio pagati, alla Rai, nelle Procure della repubblica e nelle università.

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