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Dante e l’indicibile
Acclamato
dal “Financial Times per la fedeltà e la chiarezza, David Macleod Black, poeta
e psicoanalista scozzese di origi sudafricana, completa a 83 anni la sua
traduzione della “Commedia”. Già acclamato per il “Purgatorio”, pubblicato in
traduzione nel 2022, premiato col National Translation Award in Poetry
britannico. La nuova traduzione era stata avviata col poeta irlandese Ciaran
Carson, cui si deve l’“Inferno” – deceduto dopo la pubblicazione.
È
la ennesima traduzione di Dante, della “Commedia”, disponibile in inglese,
segno di una forte domanda. Questa si segnala, spiega Black nel saggio che la
accompagna, per esaltare in questo ultimo Dante un mondo angelico, di libera
volontà, grazia, e amore. Con la forma dell’universo e come trovare posto in essa.
Con “inventive daring” e “linguistic ingenuity” , audacia inventiva e robustezza
linguistica. E per l’aspetto quasi avanguardistico, di ricerca: “Dante stira il
linguaggio ai suoi ultimi limiti, provando a rendere vivido e tangibile l’ineffabile
e il sublime”. Confortato da T.S.Eliot:
“La Divina Commedia è un richiamo costante… a esplorare, a trovare parole per l’inarticolato,
a catturare quelle sensazioni che si possono con difficoltà avvertire, perché
non ci sono parole per esse”.
D.M.Black
(a cura di), Dante Alighieri in Paradiso,
“The New York Review of Books”, pp. 400 $ 14,95
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