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L’Ucraina a specchio dell’Europa, monca e debole
“Kiev
pagherà a caro prezzo la strategia fallimentare dell’Occidente per indebolire
Mosca”. Siccome lo dice il premier slovacco Fico, che va bollato come “il piccolo
Orbàn”, la cosa viene derisa. Ma è la verità. Soprattutto ora che lo stesso Occidente
ha bisogno della Russia – o così ritiene – per fronteggiare la Cina.
L’Ucraina
è stata spinta ad antagonizzare Mosca con le famose rivolte di piazza, arancioni
o gialle, o comunque colorate, come vuole ora il linguaggio dei servizi segreti,
fomentate e anche organizzate dall’America di Bush jr. e di Biden, il vice bellicoso
dello svogliato Obama, e dalla cancelliera Merkel. E ora l’Ucraina ne fa le spese.
Mentre l’Europa abbaia e gli Stati Uniti, esaurite le vecchie scorte, risparmiano
sugli armamenti.
La
Russia, di Putin o di chi sarà, resterà il nemico dell’Europa, invece di
esserne la miniera. L’Ucraina non sarà comunque di Zelensky, il furbo saltatore
sulla “rivoluzioni” arancione o gialle. E aspetterà impoverita. Di vite e di
miniere. Ammessa alla carità Ue, semmai riuscirà a scombinare la corruzione che
fa premio nella sua politica.
Dirlo
viene bocciato come propaganda russa, ma è la situazione come è, e sarà.
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