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La scoperta dell’Aspromonte
Una
drammatizzazione del poema cavalleresco, a fine Duecento, in francese, “La
Chanson d’Aspremont”. commissionato dai re Normanni di Calabra e Sicilia
per la terza crociata, in partenza nel
1189 da Messina, dove convennero i re
d’Europa. Una sorta di incoronazione trionfale dei Normanni.
Un
poema voluminoso, in XVII canti, che traspone localmente le gesta di
Carlo Magno e i paladini di Francia, solo modificando alcuni nomi - il
principale è la città di Risa, Reggio Calabria (come si pronunciano in francese
le iniziali della città). Uno spettacolo multimediale, voce, immagine, presenza
scenica, da un’idea di Dario Zema, attore, educatore, che fa da aiuto al
regista. La sceneggiatura è opera di Francesco Sgrò, docente all’Accademia di
Belle Arti a Reggio. Con molte immagini, interpolazioni video, e quattro voci
narranti, Giusva Branca, Adriana Cuzzocrea, Francesca Russo, e lo steso
regista.
Una
proposta degna di nota se non altro perché è una prima presa di coscienza di
questo poema di grande rilevanza storica, e anche poetica. Che potrebbe essere
servito di ispirazione al Boiardo e all’Ariosto, forse nell’adattamento successivo
in volgare, un secolo dopo, a opera di Andrea da Barberino (lo studio delle
fonti dei due poemi la trascura, ma la “Chanson d’Aspremont” resta sconosciuta
anche gli studiosi). Il Sud si trascura, più che essere trascurato.
Un
poema relativamente molto studiato in Francia, dove è anche edito, con notevoli
commenti. Ma non in Italia, per non dire localmente – se ne è occupata, a
tratti, Carmelina Sicari, laureata in
Lettere, già preside dell’ex liceo magistrale a Reggio.
Andrea
Francesco Calabrese, La battaglia d’Aspromonte, hotel Centrale, Gambarie
d’Aspromonte
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