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sabato 23 agosto 2025

Diderot, recalcitrante, fa il manuale del buon attore

All’origine una recensione, richiesta da Grmm per la sua “Correspondance littéraire”, di un libro inglese, tradotto da Antonio Sticotti, su Garrick, “Garrick ou les acteurs anglais”.Opera “contenente riflessioni sull’arte drammatica, sull’arte della rappresentazione e sul gioco degli attori”. Garrick è l’attore-produttore inglese di teatro che dominò le scene a metà Settecento, di fama dilagante da Londra in tutta Europa. Sticotti è della grande famiglia di comici italiani in giro per l’Europa nel Settecento. Diderot era anche autore, anche lui, di teatro, ma senza grandi soddisfazioni.
Dopo “Il nipote di Rameau”, dodici anni prima, la recensione è una ripresa, in sordina, dell’interesse per il teatro. Ma distaccato, come se avesse perduto l’ambizione a dominare le scene. Non aveva nemmeno pubblicato la sua terza è ultima commedia, ”Est-il bon? Est-il méchant?”. Come una caduta del desiderio, o della soddisfazione del soliloquio, senza interlocutore reale. Aveva cominciato anche a non andare più a teatro, a meno di obblighi sociali. Ma – aggiunge il curatore dell’edizione  francese, Jean Godsznik, non si dice anche che “si ama sempre più (e più a lungo) il teatro quanto meno lo si frequenta”?
Il fatto è che Diderot tornò a lavorare sulla recensione per un decennio, tra il 1770 e il 1780, ingrossandola e molto affinandola. Ma non si curò di pubblicarla – è avvenuto solo nel 1830. E ora si può affermare - è stato fatto: “Non esiste opera di Diderot più letta, più commentata, più contestata e più sicura di sopravvivere”.
In forma di dialogo, opinioni non sempre omogenee sul mestiere della recitazione. Ma soprattutto aneddoti e notazioni sulla vita letteraria e teatrale del secondo Settecento. In forma di dialogo fittizio, fra un Primo Interlocutore e un Secondo Interlocutore. Con l’interpolazione di una o due scene del Moliére minore, “Il dispetto amoroso”, “un attore” e “un’attrice”. Oltre alle osservazioni sul mestiere della recitazione,
Denis Diderot, Paradosso sull’attore, Editori Riuniti, pp.181 pp. vv.

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