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martedì 14 febbraio 2023

Astensione come delusione, di sinistra

Si fa finta che non si sappia chi si astiene al voto. Mentre si sa benissimo. L’astensione fu record, maggiore di ieri, in Emilia-Romagna dopo sessant’anni di osannato governo Pci, nel 2014, ed è record nel Lazio dieci anni dopo, dopo dieci anni di governo Pd. Fa senso, più che l’astensione, che è un chiaro voto, la confusione dei commentatori: non si sa più (che) pensare.
 
Al Pd restano da governare quattro regioni su venti. Ma in Toscana governa per una maggioranza elettorale 51-49. E in Puglia e Campania per la presa di due personaggi “populisti” – cioè del “non prendiamoci in giro”, puntati sull’amministrazione. Che potrebbero anche essere di destra e nessuno se ne meraviglierebbe. 
 
La disaffezione dunque è massima nel voto regionale: l’ente Regione è lontano dall’elettore. Questo è stato notato, ma non abbastanza. Sarà difficile continuare a proporre l’autonomia differenziata come esigenza di “più democrazia”, federalistica, costituzionale – come se la Costituzione italiana fosse federale. Le Regioni sono centri di potere.

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