Cerca nel blog

sabato 18 febbraio 2023

L’uomo nel labirinto

Un labirinto. Di specchi. Un mondo onirico. Filosofico anche. Ma come un racconto dell’orrore. Piano, senza scoppi né sangue – in immagini alla Argento. Fino a metà percorso, quando il toro vi irrompe, inferocito. Un mondo ripetitivo, della stessa immagine moltiplicata all’infinito, un incubo e una implacabile catena. Un racconto anche, tragico, della psicoanalisi - del duello con se stessi. Con un “lieto fine”, che è l’annientamento di sé – Teseo trionfa su una bestia.
Una ballata, su un tema che ha sempre accompagnato Dürrenmatt, nei racconti, specie i “gialli”, e in teatro. L’uomo – l’eroe, il mito - sempre smarrito, in un labirinto che è anche un gioco di specchi. Anche cattivo (violento) ma innocente. Intrappolato, anche per sua colpa perché no, per orgoglio, per troppo presumere di sé, in un percorso per il quale è anche vana la ricerca di un’uscita. L’uomo-mostro vi si perde, scoprendosi – “si salva” prendendone coscienza: “Capì,\ se di capire si possa parlare nel caso\ del minotauro – che fino a quel momento\ era vissuto in un mondo in cui c’erano\  soltanto minotauri, ciascuno rinchiuso in una\ prigione di vetro, ma ora sentiva un altro\ corpo, un’altra carne”. Il labirinto di specchi come l’umanità al mondo, sulla terra: “L’essere” mostruoso “che Pasifae, la figlia del dio sole”, ha partorito per capriccio, ingravidata “da un toro bianco sacro”, giace nel labirinto a specchi “accovacciato non solo\ di fronte alla sua immagine, ma anche\ alle immagini dell’immagine sua: vedeva\ davanti a sé un’infinità di esseri identici\ a lui stesso”.
Una ballata, con una “forte componente scenica”, così la presenta l’editore – il primo sottotitolo, che la traduzione riprende, è “una ballata” (e un balletto ne è stato tratto, informa la traduttrice, la figlia del dio sole, in scena per anni al teatro Lanterna Magika di Praga a partire dal 1990). Che molto deve, inavvertitamente?, a Lawrence Durrell, 
“Il labirinto oscuro”. Incalzante. Anche lenta, ripetitiva, ma assorbente - il tema è irriducibile. Inconsolabile in realtà, non ci si acconcia.

In originale tedesco, con la traduzione di Donata Berra. Non agevole, per la “labirintica concatenazione di frasi”, ricchezza del vocabolario – ricercato, ma di ricerca d’obbligo nella ripetitività a specchio. E per la metrica: da prosa ritmica, prosa lirica, articolata in versi, con a capo, enjambements, anacoluti, etc., ma con “ritmo discontinuo” – metrica irregolare, lunghezza variabile dei versi.
Friedrich Dürrenmatt,
Il Minotauro Adelphi, pp. 78, ill. € 10 

Nessun commento: