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martedì 14 febbraio 2023

Il grande centro si aggrappa a Meloni

In piccolo, avendo votato in pochi tra Roma e Milano, ma è pur sempre in Italia grande centro, voglia di centro, avanti con prudenza. Certamente un italiano su tre che vota a destra non è di destra, non della destra pura e dura come si suole dire: è la parte moderata della maggioranza silenziosa, il grande centro.
Fratelli d’Italia, ex Alleanza Nazionale, ex Msi, ex partito fascista, che doppia la Lega in Lombardia fa impressione. Ma forse bisogna pensare al voto del centrodestra più di centro che di destra. La Lombardia, buona società confessionale, pensarla sempre alla ricerca del centro perduto - la Lombardia come il Veneto. Ci ha provato con la Lega, Salvini non ci ha sentito - Manfred Weber, cioè i Popolari europei, era stato già da lui. Ora ci prova con Meloni, che in Europa presiede i conservatori, magari di destra ma moderati, non oltranzisti, non terribilisti. Manfred Weber per questo era subito sceso a congratularsi.
Weber è il Centro europeo, cristiano-democratico per lo più, ma anche liberale (Berlusconi et al). Il “grande centro” sembra indistruttibile in Italia come in Germania, i due paesi dove fece il grande errore di confluire a destra (sono remoti, e anche asfittici i ragionamenti non lontani, anche di scienziati della politica come Bobbio, sulla democrazia come “alternanza”). E una volta si appoggia, in Italia come in Germania, alla sinistra moderata, una volta alla destra. In Italia Weber cerca il pilastro mancante, eclissandosi Berlusconi: ci ha provato con Salvini dopo le Europee, poi rivelatosi un parolaio, ci prova ora con Meloni, con più convinzione – Meloni viene dalla destra ma conosce la riservatezza (la prudenza è l’arte del governo del centro).

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