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venerdì 17 febbraio 2023

Le cause del signor Ielo

Nessun dubbio che la denuncia del sottosegretario Delmastro non sia politica. È il modus operandi di una Procura a metà “palermitana” (Lo Voi dopo Pignatone e Prestipino) e a metà “milanese”, anche se Ielo pure è siciliano – a Milano si è illustrato. E che si risolverà politicamente, cioè con un po’ di braccio di ferro e poi una assoluzione. E allora, perché si fa?
Il Procuratore Ielo è uno che naviga a cuor leggero. Qualche volta fa da giudice, equanime per definizione, qualche volta da procuratore della Repubblica, un quasi sbirro – più volte è passato da una professione all’altra. Una volta per questo è finito anche imputato al Csm, perché si era perdute le carte di un procedimento di cui era incaricato come procuratore, su pratiche dubbie di Nomisma, il centro studi bolognese allora di Romani Prodi - ma il Csm naturalmente lo ha prosciolto.
Il dottor Ielo è pure un beniamino dei giornali dei giudici, quelli dell’hotel sull’Abisso, e quindi non da sottostimare. Ma nessun dubbio anche che Delmastro sarà assolto. Se non dal gip - un grado di giudizio senza nessuna autonomia, all’insegna di Ghitti, il famoso collega di Ielo a Milano che giudicava anche cinquanta casi in un giorno - nel prosieguo del processo. E allora perché si fanno questi processi politici? Per la politica: sono giudici “di sinistra”, giudici di scranno o pubblici accusatori, come si vogliano. Magari non di sinistra, ma sanno o pensano che la carriera si fa “a sinistra”.
Questa sinistra dev’essere però molto sinistra, se porta la sinistra alla sconfitta, politica e pure giudiziaria. Il giudice e procuratore Ielo è un uomo d’onore, avrebbe detto Shakespeare. Ma una volta la sua parte politica, quella che professa, si sarebbe chiesta: chi lo paga?

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