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sabato 22 novembre 2025

Canfora, Laterza e il new sovietism

“Il «Patto Atlantico» è il Santo Graal dell’Occidente: qualche dizionario rappresenta i due concetti come sinonimi. I soci fondatori avevano un tratto in comune: usurpavano, o avevano appena perso, un dominio coloniale. Più eleganti degli altri, gli Stati Uniti sin da inzio Ottocento avevano proclamato l’America meridionale proprio «giardino di casa». Sfidando il ridicolo, l’Italia, pur sconfita nella seconda guerra mondiale, aveva elemosinato di conservare le colonie «pre-fasciste»”. Cosa non vera, quest’ultima, non per l’Etiopia naturalmente, Eritrea compresa, di cui l’Inghilterra aveva fatto dono a Hailé Selassié, né per la Libia, mentre per la Somalia l’Italia si sobbarcava un piano ventennale di riparazioni, a beneficio dei capitribù più riottosi.  

Così, con questa sicumera allungata per troppe pagine, malgrado i bianchi della impaginazione, l’editore Laterza, antesignano e baluardo dell’occidentalismo, s’imbarca nella storia e la politica internazionali. Non ci si crederebbe – la “decolonizzazione” si è fatta “nell’Occidente”. Una filippica estenuante, tanto quanto strampalata. Tardo rigurgito di sovietismo di uno che non ha mai voluto “fare” il comunista – non fino al 1989. Senza più la misura e l’arguzia del grande narratore di filologia, quale Canfora è stato.
Questo non è il solo moto di rabbia - il filologo ha perso il metro e le misure? La caduta del Muro sarà stata una disfatta per il miglior spirito “occidentale” – aveva un muro su cui rimpallare il ragionamento e l’ha perduto? Con danni per la cultura politica: non per l’Occidente, o per la democrazia, ma per l’analisi e la comprensione del mondo. Come sono asfittici certi parametri, quelli cosiddetti marxisti – che avrebbero fatto inorridire Marx.
Luciano Canfora, Il porcospino d’acciaio. Occidente ultimo atto, Laterza, pp. 90 € 13

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