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sabato 22 novembre 2025

Mosca guarda solo a Occidente

Va oltre le smanie augustee di Trump l’orecchio teso di Putin a Washington. Perché non ha alternativa: l’Eurasia è da tempo una alternativa defunta. Ben da prima dell’attentato ucraino tre anni fa al suo teorico Dugin. Con l’India non c’è mai stato dialogo, neanche al tempo di Nehru e di Indira Gandhi, e non sembra possibile. Col Giappone l’ostilità resta, secolare, per le Curili e non solo. Con la Cina di Xi non si è mai aperto un dialogo vero, nemmeno sui reciproci interessi. È svelta ma sicura l’analisi che la Farnesina si fa dell’attuale momento politico russo.
Pechino è “neutrale” sulla guerra all’Ucraina. I rapporti economici sono rimasti limitati. Anche da parte russa, per la temuta prevalenza cinese in campo tecnologico e produttivo – fermi restando gli antichi, reciproci, sospetti. Il gasdotto Power of Siberia 2, concordato nel 2022 per fornire alla Cina 50 miliardi di mc di gas l’anno, si è bloccato ai primi approcci su prezzi e calorie.
Il dibattito – pubblico – a Mosca sulla politica di sicurezza (diplomatica e militare) tra gli specialisti del Consiglio di politica estera e di difesa di Putin verte solo sui rapporti con l’Est Europa, Polonia, Romania e anche Germania: se attaccarlo militarmente per la parte che sostiene nella guerra in Ucraina. Fin dalle prime fasi della guerra, le prime intese non belliche furono cercate non attraverso gli allora neutrali scandinavi ma tramite la Turchia, avamposto della Nato.

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