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Mosca guarda solo a Occidente
Va oltre le smanie augustee di Trump
l’orecchio teso di Putin a Washington. Perché non ha alternativa: l’Eurasia è da
tempo una alternativa defunta. Ben da prima dell’attentato ucraino tre anni fa
al suo teorico Dugin. Con l’India non c’è mai stato dialogo, neanche al tempo
di Nehru e di Indira Gandhi, e non sembra possibile. Col Giappone l’ostilità
resta, secolare, per le Curili e non solo. Con la Cina di Xi non si è mai aperto
un dialogo vero, nemmeno sui reciproci interessi. È svelta ma sicura l’analisi
che la Farnesina si fa dell’attuale momento politico russo.
Pechino è “neutrale” sulla guerra all’Ucraina.
I rapporti economici sono rimasti limitati. Anche da parte russa, per la temuta
prevalenza cinese in campo tecnologico e produttivo – fermi restando gli antichi,
reciproci, sospetti. Il gasdotto Power of Siberia 2, concordato nel 2022 per
fornire alla Cina 50 miliardi di mc di gas l’anno, si è bloccato ai primi
approcci su prezzi e calorie.
Il dibattito – pubblico – a Mosca sulla
politica di sicurezza (diplomatica e militare) tra gli specialisti del
Consiglio di politica estera e di difesa di Putin verte solo sui rapporti con
l’Est Europa, Polonia, Romania e anche Germania: se attaccarlo militarmente per
la parte che sostiene nella guerra in Ucraina. Fin dalle prime fasi della
guerra, le prime intese non belliche furono cercate non attraverso gli allora
neutrali scandinavi ma tramite la Turchia, avamposto della Nato.
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