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giovedì 20 novembre 2025

L’Italia fuori dai giganti bancari europei

Bloccata l’offensiva Unicredit su Bpm, l’Italia resta fuori dal club europeo delle “banche 1.000 miliardi” – gli attivi Unicredit si fermano a 780 miliardi (Intesa dovrebbe essere ancora poco sotto i 1.000). Del club fanno parte cinque banche francesi (Crédit Agricole, Société Générale, BPCE, Bnp Paribas, Caisse des Dépôts et Consignations); due tedesche (Deutsche Bank e KfW),una olandese (Ing), e una spagnola (Santander).

BPCE è la capogruppo delle Popolari e delle Casse di risparmio.

In Spagna il mercato del credito è concentrato: la quota dei primi cinque gruppi sfiora il 70 per cento. In Italia è del 50 per cento. In Francia, malgrado i tanti gruppi 1.000 miliardi, la quota di mercato dei primi cinque è del 42 per cento. In Germania del 36.
Il Santander, curiosamente, è entrato nel club con l’acquisto questa estate dell’inglese Tsd dal Sabadell, una banca catalana sotto opa da parte del secondo gruppo bancario spagnolo, il Bbva. Santander ha pagato 2,5 miliardi cash al Sabadell, rafforzandolo nell’arrocco contro il Bbva. Una vicenda molto simile a quella Unicredit-Bpm, col governo schierato contro: il governo di Madrid, minoritario, si regge sull’appoggio dei gruppi autonomisti catalani, mentre il Bbva è ”nordico”, è basco, Banco de Bilbao y Vizcaia y Argentaria.
In Germania il KfW, Kredit Anstalt für Wiederaufbau, è una sorta di Cdp, una cassa per la ricostruzione – una Spa figurativa, per tenere fuori contabilmente dal debito pubblico masse considerevoli di capitali. Le banche in Germania non hanno buona salute, si sa: anche Deutsche Bank, come Commerzbank, le due maggiori, ha scarsa redditività e crescenti sofferenze.

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