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Renzi a Cosenza – o uno scandalo giudiziario
Succede in Calabria, e quindi non fa notizia, ma il processo-non
processo a carico di Occhiuto, presidente uscente e rientrante della Regione,
ha tutte le apparenze di uno scandalo. Una notizia di reato non seguita da imputazioni
specifiche. A opera di giudici, il Procuratore capo e i due sostituti, che
vantano – vantavano fino a qualche tempo fa – fede o affiliazione “renziana”.
Si sa come vanno le cose, questi legami si negano ma si cercano, per la
carriera (non è colpa dei giudici se le nomine sono politiche, etc. etc.). La
Procura di Cosenza è in debito con l’uomo più potente d’Italia per un quinquennio,
fino al 2017 o 2018, presidente del consiglio, segretario del Pd, “rottamatore”
dei politici ultracinquantenni. Poi in bassa fortuna ma specializzato nel far
cadere i governi – o almeno lui così si pensa. Ex critico della giustizia politica
nel caso dei suoi genitori, e dei suoi colloqui alle stazioni di servizio sull’autostrada.
Giustizialista con Occhiuto, con due liste al voto, e probabilmente nemmeno un
consigliere sui trenta eletti.
Renzi in Calabria vanta un “clamoroso risultato”, dice l’Istituto
Cattaneo, che studia il voto e i flussi di voto: riuscì a invertire nel 2014 la
tendenza che vede i calabresi votare per il centrodestra alle regionali, dopo aver
votato per il centrosinistra alle politiche e alle europee: conquistò la
Calabria. Ora, in bassa fortuna, tenta anche la lui la pista giudiziaria?
Sarebbe la parte succulenta di un voto di fatto
senza storia, e senza gran peso specifico. Ma non è nemmeno citato nelle cronache politiche, fra
le tante dichiarazioni, interviste e lunghe pagine su Renzi a giorni alterni nei media mainstream.
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