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martedì 30 settembre 2008

Gli imperi crollano per debolezza interna

C’è naturalmente la profondità e vastità dei buchi bancari in questa Grande Crisi del 2008, a mano a mano che la piramide dei derivati viene a scadenza. C’è l’interesse delle famiglie nel no al piano Bush di salvataggio: “Salvate i nostri mutui non le banche”. E c’è l’ideologia antistatalista, la conferma che l’America è un paese di radicatissima ideologia – i repubblicani preferiscono perdere le elezioni, con pregiudizio grave che sarà durevole, piuttosto che venire meno al loro principio. Ma c’è nella crisi soprattutto l’uso non convinto della forza, che ha caratterizzato le amministrazioni Bush, ed è la radice della decadenza degli imperi.
È questione aperta se gli imperi cadono per la forza dei nemici, oppure per debolezza interna. Ma ogni impero ha sempre nemici forti, ognuno ogni volta per motivi suoi pericoloso, è la forza interna che regge l’impero. Che non ha nessuna “naturalità”, ha bisogno appunto della forza. Il caso dottrinale non è comunque quello dell’America, e con essa dell’Europa: al fondo della crisi non c’è una sfida oggi all’impero, c’è solo l’ideologia americana. Da tutto il mondo c’è anzi una gara a venire in soccorso all’imperatore. Ma l’America recalcitra. Giovedì il Congresso voterà il pacchetto di salvataggio, e la crisi verrà quindi prevenuta, solo a un costo più caro per i risparmiatori, chi ha investito in azioni e fondi azionari, oltre che in fondi immobiliari e immobili. Ma il nodo, della crisi e degli assetti futuri, è l’America nella sua ideologia “selvaggia”, dell’autodifesa. È ridicolo vedere l’America, che è la sola superpotenza, nella veste dell’ultimo dei Mohicani, ma questa è la sindrome di questo impero riluttante.
L’ideologia americana
All’origine dei profondi buchi costruiti dall’incontrollata speculazione delle grandi banche è infatti la stessa ideologia che ora ne rifiuta il salvataggio. E del resto non è la bontà d’animo che ha reso irresoluto il governo Bush, che al contrario è stato a lungo feudo della mentalità estremista conservatrice, e dei suoi teorici. Bush non rimuove i controllori che non hanno controllato. Nel suo pacchetto di pronto intervento non ci sono nuovi controlli, nemmeno regole di comportamento, il mercato resta “libero”. Resta da vedere se questa è ancora una forza, o se al contrario è il cancro risorgente dell’America, e quanto avanzato è nella congiuntura.

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