Cerca nel blog

sabato 30 dicembre 2023

A scuola dal maestro poeta

“Gli anni mi pesano già”, è l’annotazione nel registro di classe del 1962-63”. “La scuola «logora». Arrivo a casa sfinito”, a casa che era dietro l’angolo della scuola. Caproni aveva ancora cinquant’anni. E non era il vegliardo dell’immaginario, delle foto ultime, di quando ebbe qualche fama: era un signor e alto, imponente, il viso quadrato, volitivo, fattezze da attore di cinema. Ma insegnava da ventisette. Insegnava fisicamente, con tutto se steso. “In un primo tempo, più di insegnare a scrivere correttamente”, annota a proposito di un convegno col direttore scolastico sul linguagio nell’insegnamento, “si tratta di insegnare a pensare, cioè a fermare e coordinare le idee, i pensieri”. E a questo fine tutto fa “lingua”. Anche il dialetto: “Cade ilproblema del dialetto. In un primo tempo l’alunno parli pure in dialetto: vuol dire che egli pensa ancora dialettalemente…. Il dialetto si trasformerà a poco a poco in lingua a mano a mano che la cultura diventerà, da dialettale, nominale, etc.”.
Giorgio Caproni fu per una vita, al 1935 al 1973,  maestro elementare, a Roma. Per qualche anno con varie supplenze, poi di ruolo alla “Pascoli”, e dal1951 alla “Crispi”, la scuola di Monteverde Vecchio, dove abitava.
Nina Quarenghi ha rintracciato negli archivi scolastici i registri di casse, e ne fornisce un’edizione leggibile, mai stancante. Facendola precedere da un’introduzione di servizio per il lettore. I ragazzi si distinguono a quell’età per caratteristiche minime, l’insegnamento è ogni pochi anni ripetitivo, e tuttavia il  rapporto col maestro Caproni resta interessante – piacevole, acuto, promettente. E fa nostalgia: la professione era ancora onorevole, ambita – la scuola rispettata.
Caproni da parte sua era applicato, e apertissimo – insegnava dialogando coi bambini. In tanti registri annota per prima cosa sinteticamente le caratteristiche psicofisiche che rileva di ognuno degli allievi – qui proposti con un numero progressivo. E se in una classe si ritrovava uno, due nuovi, creava subito un contatto personale, cercava una chiave, finché la trovava.
Giorgio Caproni, Registri di classe, Garzanti, pp. 330, ril. € 24

Nessun commento: