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L’Europa che (potrebbe ma) non vuole essere – 1
Continua Giorgia Meloni a tessere formichina una sua modesta tela, il
Piano Mattei, con i piccoli e grandi Paesi africani. Nell’indifferenza. Ha avuto
un incoraggiamento dalla presidente della Commissione europea un paio d’anni
fa, ma di opportunità politica – bisognava preparare il rinnovo dell’incarico e
della commissione von der Leyen.
L’Europa poteva mezzo secolo fa prendersi i pieni poteri, anche militari,
su tutto il Mediterraneo, doo la Guerra dei Sei Giorni. Combattuta da Israele
ma imputata agli Usa, che aveva umiliato il mondo arabo, non solo Nasser e
l’Egitto, ora alla ricerca di un’altra sponda nel mondo “occidentale”. Niente
da fare. La Francia non era interessata, e quando ha potuto, tra Giscard d’Estaing
e Mitterrand ha remato contro. La Spagna di recente europeismo nemmeno – divisa
ancora tra le “due anime”, Europa e Sud America.
Si è tentato in subordine, in parallelo con la creazione dell’euro e il
rafforzamento dell’unità europea, con gli accordi di associazione. Dovevano riguardare
tutto il lato Sud del Mediterraneo, ma furono limitati al Maghreb, Tunisia,
Algeria e Marocco – della Libia nemmeno a parlarne, o dell’Egitto. Lettera
morta.
Il Sud Mediterraneo e l’Africa non “esistono” per l’Europa. Se non per rompere un po’ le scatole, all’Italia e alla Grecia, e alla Spagna.
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