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martedì 9 giugno 2009

E' finita l'era dei berlingueriani

Le elezioni sono state da manuale (perfino in questo sito era tutto scritto
http://www.antiit.com/2009/06/un-voto-contro-franceschini-e-dalema.html
http://www.antiit.com/2009/05/berlusconi-2-non-ce-altro.html
http://www.antiit.com/2009/05/berlusconi-vince-ma-perde-milano-e-in.html)
bastava poco flair politico per sapere cosa stava succedendo, almeno in termini di voto "politico", cioè europeo. Berlusconi e la Lega in lieve frenata nel Lombardo-Veneto, per i problemi che hanno creato a tante categorie di operatori, e anche per lo scarso richiamo delle euroee. Una frana per Berlusconi in Sicilia, da troppo tempo sua fedelissima senza nulla, ma proprio nulla, in cambio, nemmeno una riserva del Milan - allo scontento isolano s'è aggiuto quello ancora più radicale, anche se meno influente nei grandi numeri, della Calabria. E una conferma che il voto di Berlusconi è mobile: l'uomo non è invincibile, e forse nemmeno fascista. Per le amministrative invece, dove il voto "conta", non c'è stata partita, il partito Democratico è frammentato e non raccoglie nulla. Tutto previsto e prevedibile - il pco che il Pd raccoglierà ai ballottaggi, a Bologna, Firenze e Bari è piccola cosa e ampiamente scontata.
Da tempo insomma la sinistra doveva avviare il dopo voto, e d'altra parte quello di Berlusconi è l'unico governo europeo che vince le elezioni: che fare? Non è difficile, c'è solo da ritrovare se stessi. L'anima del Pd è spuria, lo sanno tutti, tra ex comunisti e ex sacrestani, è roba che andava bene nella guerra fredda. Ritrovare cioè la sinistra, che il Pci e post-Pci berlingueriano ha spericolatamente sacrificato ai suoi giudici-giornalisti, ai dipietristi, ai casiniani, a chiunque. Con un ben avvertibile fascismo di sinistra, un'intolleranza feroce per chi non è parte della cordata, nelle Procure, alla Rai, nei giornali, nell'editoria, compiacenti i Murdoch, i Debenedetti, i Soru e altri padrini analogamente opportunisti.
L'avvio non è promettente. Franceschini non s'è accorto di nulla - parla anche come Obama, indistinto, sembra che legga un "gobbo" non suo. E anzi propone la Serracchiani come modello di rinnovamento, una che, a parte il fisico, e a parte l'età non più minorenne, è la sua velina, è una star di YouTube e Facebook. E magari Zappadu, che ci terremo sul gobbo per chissà quanto. Pr far fuori Berlsuconi? No, per impedire che la sinistra respiri. Ora, una sinistra di Zappadu e Serracchiani...
Il partito di "Republica"
La ripartenza si fa da punti assodati. Berlusconi amministrerà l'Italia anche localmente. Col merito, malgrado il calo elettorale, di avere assorbito, unico governante europeo, e ammortizzato il voto razzista e xenofobo tramite la Lega, delegandola addirittura al ministero dell'Interno, che fa leggi forse non eccellenti ma neanche pessime. Mentre resta da vedere che farà Di Pietro, il socio accomandatario di D'Alema e Veltroni - i due lavorano a recuperare l'antipolitca, o non a fomentarla ("dopo di noi il diluvio?"). E un partito, il Pd, che non è riuscito a diventare altro dal partito di "Repubblica", con l'esito che si vede.
Si è sempre scherzato che "Repubblica" porta male alle sinistre, ma non fno a questo punto. Nove punti di distaco da Berlusconi, cinque in più che dodici mesi fa, sono tantissimi. Per non dire della riduzione del partito alla dimensione localistica, senza nemmeno più Torino e il milanese, senza Roma, senza Napoli, forse senza Bari. O del cappotto 17-0 che orna la prima del "Giornale" e che è solo vero. Poiché non è mai troppo tardi, a questo punto il Pd dovrebbe capire che "Repubbica" fa la sua strada, è dopo tutto un giornale - il giornalismo del gruppo L'Espresso è proprio quello di Zappadu, e questo può far male a chi è nato politicamente col celebre settimanale, ma non più di tanto, questi lutti si elaborano rapidamente. Così come fa la sua strada la moglie di Berlusconi, che è dopotutto una signora lombarda, i cui interessi non sono quelli del partito. Anche perché se il distacco europeo è contenuto a solo nove punti, grazie a un elettorato berlusconiano che è del tipo che preferisce il mare, là dove il voto contava, nelle amministrative, il distacco è stato molto più disastroso, incolmabile.
Non si sa come andra' a finire. Ma come dovrebbe e' chiaro a tutti: la sinistra deve ritrovare se stessa mettendo da parte l'eredita' berlingueriana che l'ha occupata e la tiene prigioniera. Ora con la Lega, ora con Di Pietro, ora con gli (ex) sacrestani, popolari e/o casiniani. Magari darsi anche uno spazio di manovra, accettando il fatto che Berlusconi esiste, il suo partito pure, e si sanno muovere in politica, non sono una trovata del diavolo. Magari gia' nel referendum per il maggioritario secco. Magari anche riflettendo che l'Italia e' l'unico paese europeo in cui la deriva razzista e xenofoba e' contenuta, e questo e' Berlusconi, una destra ragionevole. Ma prima naturalmente deve ritrovare se stessa, ritrovare la sinistra, dai socialisti ai verdi, ai lavoratori, ai giovani, ai pensionati. E questo non e' detto, con con i dirigenti che si ritrova, che sono appunto queli che l'hanno condotta alla sconfitta - accantonando l'unico vincente, Prodi.
L'Italia berlusconiana ha votato poco per le europee. Dove cioe' non c'erano province o comuni in ballo. E tuttavia il voto e' stato record in tutta Europa: malgrado tutto, malgrado le insufficienze della stessa Europa e i danni che ci ha inferto, dall'euro al carodenaro. E questo vuol dire che c'e' molto spazio di manovra politico. Avendo naturalmente una politica, qualcosa come una politica.

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