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lunedì 4 gennaio 2021

Letture - 444

letterautore

Conan Doyle – Si rifugiava, come Sherlock Holmes, nell’erica e l’estetica vittoriane, secondo Auden. Ed è vero che si accontenta di quanto i procedimenti conoscitivi, che sono duplici,  induttivo e deduttivo, assimilano alla verità. Ma non ne è sicuro, si accontenta.
 
Dante
– Léon Pompidou, il padre del primo ministro di De Gaulle (nonché studioso di letteratura, per un lustro direttore generale della Banca Rothschild, sostenitore del suo amico di scuola Léopold Sédar Senghor, futuro Nobel per la poesia, quando nel 1948 debuttò con l’“Anthologie de la nouvelle poésie nègre et et malgache”, prefatore Jean Paul Sartre con “Orphée noir”, il saggio sul razzismo antirazzista), maestro elementare, poi insegnante di spagnolo alle medie, a ottant’anni decise d’imparare l’italiano per poter leggere la “Divina commedia” in  originale.
 
Donne
– “Le donne, se ammesse negli uffici postai, comunali, statali e ferroviari, ne migliorerebbero la qualità”: Vilfredo Pareto, “Giornale degli Economisti”, 1895.
 
Eredità
– Quelle letterarie e artistiche danneggiano la memoria del defunto, scrittore o artista, piuttosto che promuoverla. Tra liti giudiziarie per i diritti, gelosie, vincoli agi inediti, quando non la loro distruzione. Eredi di Carmelo Bene sono la moglie separata (che gli aveva tenuto nascosta la morte dei figlio…) e la figlia avuta cn la moglie separata, che hanno liquidato la Fondazione creata dallo stesso Bene per tutelare l’eredita spirituale, e si sono liberate del suo lascito. L’artista pugliese che si voleva “non nato” resta solo nel ricordo dell’ultima compagna, Luisa Viglietti. Che lo ha accudito nella lunga agonia, ma il diritto esclude dai “diritti”.
 
Governo
– È ladro anche in sociologia politica, per Vilfredo Pareto, “Trattato di sociologia generale”: “L’arte di governo sta nel togliere, non giù nel tutelarli, beni ai cittadini, e il fine è farne partecipi i politicanti”.
 
Greco
– È machista – la lingua? In greco i cognomi femminili si declinano al genitivo. La donna, cioè, è di qualcuno, in genere un uomo, il padre, il marito, anche il fratello.
 
Oriente
– Esotico, caldo, accogliente, soprattutto a letto, è del secondo Ottocento, francese. Dei viaggi di Nerval nel 1843 nell’Oriente propriamente detto, tra Il Cairo e Costantinopoli (tanto affascinante che il pantofolaio Flaubert lo volle ripetere), e di Delacroix in Andalusia, Algeria e Marocco.  Londra si mise al passo con la traduzione delle “Mille e una nota”, a opera  di Richard Burton”, e i suoi viaggi.
La prima traduzione in Occidente delle “Mille e una notte”, quella francese di Galland nel 1704, era stata letta come una feérie, e di spirito galante.
 
Pasolini
– Sartre ne evocò in morte (sul “Corriere della sera” edel 14 marzo 1976) la “straordinaria evocazione del sacro”.
 
Pavese – A ogni rilettura, a ogni pubblicazione di inediti, emerge una persona e uno scrittore diversi da come è stato presentato, nel “santino” Einaudi: un provinciale, col culto dell’americanismo. Mentre non lo era, non è lo scribacchino dimesso e l’impiegato delle poste alla Grande Cultura einaudiana. È lui che h dato spessore all’editrice. Non era orecchiante, aveva forte cultura. Aperta al mondo, per la conoscenza dell’inglese, a partire dalla tesi di laurea su Walt Whitman che – ora che è pubblicata – ancora fa testo. Che doppiava col tedesco.  “Non aveva senso politico” perché non era allineato (non era del Pci) e sapeva di non poterlo essere. Dai “Dialoghi con Leucò” alle stesse poesia si comincia a rileggerlo con più motivi di interesse. la scadenza dei diritti editoriali sulle opere ne rivelerà certamente un altro.
 
Prostituzione – È conservatrice, secondo Flaiano, “Un Marziano a Roma”: “È noto che le prostitute sono conservatrici”.
 
Sartre – Il suo “L’idiota della famiglia” (Flaubert) è il Sartre che avrebbe voluto essere: grande, fine, fissato, letterato? Ci ha lavorato per migliaia di pagine e non lo riteneva finito: era l’opera della sua stessa vita.
 
Sciascia – È arabo di nome, certo. Pietrangelo Buttafuoco su “La Lettura” di ieri vuole Sciascia un arabo in toto. Per il nome, Nanà Xaxà, “come la translitterazione in lingua araba impone”. A  conferma di ciò “che il suo volto olivastro e il suo sorriso già annunciano”. Originario e abitante di un paese, “Racalmuto – ovvero Rahal-Mut”, che “prima dell’avvento dell’islam neppure esisteva”. L’avvento dell’islam piace in Sicilia. Mentre tra i tanti invasori, gli arabi sono quelli che meno hanno governato l’isola,  e le tracce che hanno lasciato sono dovute soprattutto al recupero voluto dai  Normanni, delle maestranze e delle colture.  
Sciascia è tradotto in arabo? Dove?

 
Scenario Bergamo – Uno “scenario Bergamo” come metafora di apocalissi evoca il settimanale socialdemocratico tedesco “Die Zeit” il 12 novembre, lanciando l’allarme che un mese dopo ha portato il governo Federale della Germania e i Länder alla chiusura totale (lockdown).
 
Ucraina - La famosa letteratura russa sarebbe ucraina: Gogol, Cechov, Babel, anche Conrad, anche Némirovslky. Ucraini ad honorem sarebbero pure Pushkin, e Sklovskij, che vissero e operarono in Ucraina, eppure non per loro scelta. Ma quando l’Ucraina era russa. Cosa è patria, la lingua, il governo, la geografia?
 
Viaggio – S i fa verso una meta, ma consiste nel viaggiare – Kostantinos Kavafis, “Ithaca”: “Fa voti che ti sia lunga la via….\ Itaca tieni sempre nella mente.\ La tua sorte ti segna a quell’approdo.\ Ma non precipitare il tuo viaggio”.
Del viaggio come della vita.

letterautore@antiit.eu

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