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martedì 30 settembre 2025

Affondare con le pensioni – il golpe di Scalfaro

Affonda la Francia (soprattutto) sulle pensioni, ha rischiato di affondare l’Italia nel 2011, sempre sulle pensioni. Salvandosi con la famosa riforma Fornero che Mario Monti rivendica – ancora domenica sul “Corriere della sera” - a fronte della crisi di Macron: “La riforma delle pensioni introdotta in Italia nel 2011, insieme ad altre misure incisive, ha permesso al nostro Paese di non andare a fondo….”. Con la coda velenosa: “Malgrado l’istigazione all’odio (o addirittura a delinquere) che Matteo Salvini ha profuso…”.
Vero. Vero anche che le pensioni andavano cambiate. Ma la riforma avrebbe liberato l’Italia e non l’avrebbe probabilmente sprofondata nella stagnazione, come avviene dal 2011, se fosse stata adottata vent’anni prima. Il famoso “scalone” del primo governo Berlusconi, proponente Tremonti al Tesoro, con Mastella al Lavoro. Si opposero i sindacati, naturalmente, ma soprattutto Scalfaro, il presidente della Repubblica. Che ne approfittò per far cadere il governo dell’odiato Berlusconi – da lui inatteso, al voto tutti si aspettavano la vittoria dell’ex Pci: parlava con i sindacati, invitati al Quirinale, e mai con il governo. Finché non ci pensò il “celodurista” Bossi, in canottiera, sporchiccia, il lombardista populista, che rovesciò il governo - quello che lo aveva “sdoganato”, insieme agli ex neofascisti di Fini.
La storia a volte è semplice, ma si dimentica. La riforma era sostenuta da economisti eminenti, e di sinistra, come Paolo Sylos Labini, e Fiorella Kostoris, nonché dal futuro ministro del Tesoro Padoa Schioppa - e infine rimpianta da Prodi.    

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