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Quando Merkel faceva guerra all’Italia
Approfitta di trarre “Due lezioni dalla crisi francese” Mario Monti, sul
“Corriere della sera” domenica, per rivelare infine, secco e preciso, in coda alle elaborate spiegazioni economicistiche, quello che (si
sapeva ma) non si voleva sapere: che la Germania ha fatto di tutto per far fallire
l’Italia nel 2011.
Monti parte dall’ultima fase della crisi, dal suo governo di emergenza
anti-crisi, nel 2012: “Nel 2012 l’Italia, anche grazie all’unità nazionale, agì
rapidamente sulla riduzione del disavanzo e su alcune riforme strutturali. Ma
per diversi mesi non poté coglierne i frutti in forma di minori tassi di
interesse perché la Germania manteneva una morsa stretta sulla Bce, malgrado
la sua indipendenza di diritto.
“Un fattore importante che alla fine indusse la cancelliera Merkel a
cedere alle pressioni dell’Italia e di altri Paesi affinché «liberasse» la Bce —
e non venisse additata come responsabile di un’eventuale implosione dell’euro —
fu il fatto che il neo-presidente francese Hollande, avendo colto l’interesse
comune dei nostri due Paesi, nel giugno 2012 si schierò con l’Italia. Fu una
dura sorpresa per la Merkel, questa improvvisa rottura dell’asse franco-tedesco
che, con lei e il presidente Sarkozy, aveva purtroppo una parte di
responsabilità nella cattiva gestione della crisi finanziaria di quegli anni.
Italia e Francia, agendo insieme, tolsero il tappo tedesco che frenava la
Bce. E la crisi venne superata”.
Monti fa i conti probabilmente con Draghi, che la Bce presiedeva dal
maggio 2011. Già coautore, insieme col predecessore Trichet, della famigerata
lettera segreta (ma divulgata) al governo italiano che avviò la speculazione
contro il debito italiano – e poi contro l’euro (fu a questo punto che Draghi
intervenne col famoso “whatever it takes”: ne ebbe licenza da Berlino?).
Draghi lo ha sostituito nell’opinione quale grande risanatore della finanza
pubblica, nonché primo europeista a Bruxelles. Ma questo non interessa: quale
che sia il motivo della tardiva rivelazione, attesta la “morsa stretta sulla
Bce” della Germania di Merkel, e di un’alleanza Merkel-Sarkozy sul “tappo
tedesco che frenava la Bce”. Di cui però si sapeva tutto, ma non si diceva.
Questo sito ne ha rilevato all’epoca, nel 2011, più segnali, della Deutsche
Bank che speculava apertamente contro il debito italiano, e della Bundesbank
governata da un giovanotto della segreteria Merkel, Jens Weidmann, glorificato
grande economista da corrispondenti e commentatori italiani – “i no
della Merkel e della Germania mettono in ginocchio l’Italia e l’Europa”. Nel
2014 ne abbiano ampiamente trattato anche nel volume “Gentile Germania”.
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