domenica 28 settembre 2025
Ombre - 793
“Il debito Usa non fa paura ai mercati. L’indice Move, che misura la volatilità attesa sui titoli di Stato Usa, è scivolato sui minimi degli ultimi quattro anni” – oh meraviglia, del “Sole 24 Ore”.
Claudio Pagliara, oggi pensionato ex Inpgi, direttore dell’Istituto
italiano di cultura di New York, racconta su “Review” alcuni scoop che
non ha fatto quando era inviato della Rai. I tunnel di Hamas e il controllo
totale di Gaza nel 2019, quando “le agenzie di stampa ancora parlavano di «sedicenti
tunnel del contrabbando»”. E con gli islamici perseguitati in Cina, nello
Xinjiang, nel 2018. Di cui però non ha detto o scritto quando era in attività. Si
fa giornalismo solo del già detto.
“Se Israele avesse voluto davvero fare un
genocidio”, spiega irridente l’ambasciatore americano aTel Aviv, Mike Huckabee,
ex governatore dell’Arkansas, pastore battista, “ci avrebbe messo due ore e
mezzo. Ha la capacità militare per farlo”. C’è anche un fondamentalismo cristiano,
per il quale l’apocalisse approssima la seconda venuta di Cristo.
C’è in America una forte corrente
cristiano-sionista - forse più che ebraico-sionista. Ma a ottant’anni da
Hiroshima è questa la verità: per l’America, anche di chiesa, l’arma nucleare è
una tra le tante. Non si utilizza per le radiazioni – ancora non si sono
misurate con esattezza. Israele sicuramente la esclude, in uno spazio piccolo
come Gaza. Ma a cavallo tra due oceani il rischio ancora non si calcola.
Racconta autorevolmente il “Corriere della sera” “le
giravolte di Donald”, e “i danni auto-inflitti: così i suoi pensano al dopo”.
Cioè i repubblicani? Che si tengono su (vincerebbero le elezioni di medio-termine
se si tenessero fra un mese) con Trump. Il genere gossip, “Novella 2000”,
applicato alla politica intristisce e non diverte.
Molta-folta partecipazione alla giornata pro Palestina, non
solo attori e scrittori in cerca di visibilità, e molti disagi, a Roma forse
più che a Milano, ma nessuna protesta, di automobilisti, negozianti e altri danneggiati. È quello che più dovrebbe pesare, il
sentimento di acquiescenza. Ma dalla comunità ebraica non un ripensamento o una
riflessione, eccetto che, parzialmente, a Venezia e Bologna, solo il riflesso
condizionato dell’antisemitismo.
L’Italia, come la Germania, per ragioni storiche, non può
in alcun modo incrinare il sostegno pieno a Israele – il governo, questo come
un altro, non si pone nemmeno la questione. Ma il riconoscimento della
Palestina, di Macron et al., dell’Onu, etc., è un omaggio di comodo – un
impegno vuoto. Di fatto una dichiarazione d’impotenza: contano solo gli Stati
Uniti – l’Occidente è gli Stati Uniti.
Si è persa l’abitudine, e la voglia, di votare perché non
si saprebbe che cosa, non c’è politica – una proposta. Solo battibecchi, scenette
da social. Cassese lo dimostra con due semplici dati. “Apatia” non è,
“se si confronta il numero degli iscritti ai partiti, non più del 2 per cento
della popolazione, con
“«Perdono quel giovane killer». Il ruolo di «moglie
devota» (Erika Kirk, la vedova, n.d.r.). È salita sul palco asciugandosi le
lacrime”. Sprezzante pagina sul funerale di Kirk sul “Corriere della sera”,
pure di una dei pochi corrispondenti a New York che non stano lì per “grazia
ricevuta”, Viviana Mazza. Come per annettere anche Kirk alla sinistra. Quella di
Cairo, l’editore furbo, anche finto – è come se lavorasse per la destra,
ammesso che qualcuno lega ancora i giornali.
“Il Sole 24 Ore” caparbio tiene conto ogni giorno in prima
delle vittime a Gaza e in Cisgiordania. Gli altri giornali trasvolano – al più dando
i numeri, ma con l’avvertenza “secondo Hamas, che governa la Striscia”, o “secondo
l’Onu”, assimilata a Hamas. Poi il “Corriere della sera” fa una pagina disinvolta,
con ampia foto: “A Sderot con vista sulle macerie di Gaza. Con sdraio e bibite.
Due minuti di binocolo per poco più di un euro. Il posto è diventato meta
popolare”. Ben più terribile di “La zona d’interesse”, la vita della famiglia Höss,
il capo di Auschwitz, nella villetta accanto al lager.
Un attacco cyber minimo impedisce agli europei di volare. Ai
ministeri di lavorare. O si prende i dati di una banca, o di tutte le banche.
Viviamo la modernità nella precarietà. Con il computer che “si perde” file di
giornate di lavoro. Con archiviazioni del tutto inaffidabili, il cloud che
svanisce, l’hard disk che ammutolisce, e la pennetta degradabile, come già i
cd-rom e i verbatim. Con un groviglio di fili attorno e sotto il computer.
“Matrice criminale”, perché no, “pista russa”, certo, e magari solo goliardate.
Allarme e Berlino: “Germania sotto assedio digitale:
spionaggio, sabotaggi e rasomware costano alle imprese tedesche 289 miliardi
in un anno”. Se anche fossero un decimo, trena miliardi, un bel danno
“marginale”. Si va più veloci, con perdite.
“La nostra prima serie, ‘House of Cards’”, spiega così il
successo di Netflix il suo creatore, curatore e ceo di Netflix, “se non ci ha
cambiato la vita, ci ha cambiato un bel po’ di abitudini. Mandata online tutta
in una volta, ha condizionato il modo in cui le persone guardano uno show”. Forse
per questo Kevin Spacey, interprete della serie insostituibile, è l’unico accusato
di abusi sessuali che l’ha sfangata.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento