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venerdì 3 ottobre 2025

Le archi-stronzate

Si rimedia – si prova – al Maxxi di Zaha Hadid a Roma, assurda costruzione, con spreco gigantesco di energia, d’estate e d’inverno, e di spazi, per lo più inutilizzabili, circondandolo di un Grande Maxxi, “edificio sostenibile e multifunzionale, con parco urbano”, invece del cemento e i duri ciottoli. Senza dirlo, “l’Architettura è sacra”: si dice archistar come a dire arcivescovo, arcisanto.
Irrimediabile invece l’altro Grande Monumento dell’era Rutelli – l’età dell’oro degli archistar: l’Ara Pacis di Richard Meier. Un “complesso museale” tanto gigantesco, sproporzionato, invadente quanto inutilizzabile. E doveva essere ancora più enorme, Sgarbi lo bloccò e ne ottenne il ridimensionamento - in origine doveva scendere fino al Tevere, una sorta di Tuscolana d’architetto (ignorando che tra l’Ara Pacis e il fiume scorre il Lungotevere, l’autostrada urbana di Roma). Di uno che all’evidenza non ha mai dato un’occhiata, neppure da turista veloce, all’Ara Pacis, né a piazza Augusto Imperatore e al Lungotevere – mentre pretendeva di avere progettato, vendeva, “una struttura trasparente e integrata con l’ambiente” (forse perché usava il travertino). Una cubatura mostruosa inutilizzabile – salvo per una sorta di pianoterra-seminterrato, dove ogni tanto è possibile esporre pannelli visibili e leggibili. Di mantenimento costosissimo.

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