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giovedì 28 agosto 2008

La spazzatura di Napoli

Un presidente del consiglio non molto autorevole e anzi un po’ ciula ha ordinato agli spazzini napoletani di raccogliere la spazzatura, e la spazzatura di Napoli dopo un anno, o due, è stata infine raccolta. Napoli non ha detto grazie, la Iervolino per esempio, che parla così tanto, e naturalmente non si è fatto un esame di coscienza. Perché Napoli va di fretta, deve escogitarne un’altra.
Non si sono dimessi la Iervolino e Bassolino, che pure tanto male fanno ai rispettivi partiti, e al partito Democratico che li ha riuniti, e il motivo è sempre lo stesso: i napoletani hanno sempre ragione. Né sono stati mai cercati, nemmeno per la forma, i piromani degli accampamenti rom e delle montagne di spazzatura. La magistratura napoletana ha anzi tentato in tutti i modi di fermare la raccolta della spazzatura, fino ad arrestare tutti quelli che la raccoglievano. Ha perso, ma è ancora salda al suo posto, e anzi più iattante che mai – si dice che stia intercettando mezzo governo, oltre a tutta la stampa italiana, nell’eventualità che il governo si arrischi a mettere un freno alle intercettazioni. Dopo aver consolidato in un trentennio, da quando il comunista Valenzi divenne avventuratamente sindaco, ogni sorta d'illecito "popolare", dei disoccupati organizzati, degli irriducibili di Pianura, dei tifosi allo stadio, con distruzioni miliardarie, occupazione di stazioni e strade, ricatti.
Leggendo la stampa napoletana, del resto, è Napoli che fa l’esame al resto d’Italia e del mondo, al governo fascista con i rumeni e gli zingari, agli stranieri che vanno a dormire tra i pastori, agli arabi che invadono l’Italia, a Putin che ha invaso la Georgia, a Israele che tormenta gli arabi, e alla Juventus che si ruba gli scudetti.

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