Cerca nel blog

venerdì 2 ottobre 2009

L'inferno del diavolo Santoro

È buio lo scenario di Santoro, livido, anche le facce in primo piano. Con un fondale virato al rosso, specie l’ambulacro dove si riprendono le tricoteuses che plaudono, se non sono figuranti. Un mondo infero che paga, l’uomo è regista accorto, visto che tiene incollati al televisore sette milioni di persone per tre noiosissime ore. Maestro del cattivo gusto, com’è giusto nell’era del gossip: la faccia della D’Addario ingingatita, incombente da ogni lato, come una balena vorace, e “in camera”, per rocordare il bordello, con l’intervistatore sudato, come ansimasse.
Sono sette milioni d’italiani che ci credono: non si divertono, ci credono. La parte nobile, si penserebbe, di una audience. E tuttavia, il diavolo è sempre infido, specie se è troppo intelligente. I suoi seguaci li fa sentire di parte, grazie all’opera solerte del regista alle immagini (scenografie, tagli, risate e applausi di una sola parte), e a Vauro e Travaglio, come se partecipassero alla rivoluzione, alla resistenza, all'antiqualcosa. Ma tante palle personalmente, freddamente, alza, che ieri sera avranno finalmente rincuorato i berlusconiani. Compresa la D’Addario che dice: “Questa è la prima serata che faccio in Italia”. Ora dovremo sapere quanto chiede la D’Addario ai giornali compagni, e quanto l’ha pagata la Rai - lei e Bernstein, notoriamente molto venale, per dire che Berlusconi è Stalian, con l'aria per di più avvinazzata.
Berlusconi l’ha detto per stizza, ma non è inverosimile che Santoro, che lui stesso scelse a suo tempo per le prime serate di Mediaset, non gli porti voti: a sinistra c’è anche gente che ragiona. Non si capisce altrimenti che la Rai faccia festa coi suoi guai, l’orrenda D’Addario che fu la sua compagna di letto: quattro ore di prestazione gratuita a grande ascolto, due ore e mezza da Santoro, visto da sinistra, e un’ora e mezza da Vespa, visto da destra - qui con i malimconici figuranti che applaudono quando devono, e devono farlo spesso, per tenere desta l'attezione.

Nessun commento: