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lunedì 11 luglio 2011

L’euro della cuccagna per il miracolo tedesco

È possibile che la Germania sia incapace di governare la crisi – nella fantomatica scissione fra un’opinione pubblica isolazionista e un governo concerned. Ma è possibile che non lo voglia: ne sta traendo benefici enormi. Il conto della crisi per la Germania è presto fatto: più si aggredisce il debito degli altri paesi europei, più aumenta la domanda di titoli tedeschi, con riduzione degli interessi o costi per la Merkel. E domani è un altro giorno.
Non si sottolineerà mai abbastanza l’asimmetria che, per quanto assurda, regola l’euro, con un tronco fisso, la moneta unica, che si alimenta attraverso rami di diversa consistenza e fragilità, i debiti nazionali. È un fatto, incontestabile, che un euro così concepito è a difesa della Germania. Camuffata sotto lo spirito europeista, la costruzione forzata dell’euro ha avuto finora e poteva avere un solo univoco effetto: proteggere la Germania a scapito degli altri paesi membri. I quali tutti sono e sono sempre stati costretti a finanziarsi a condizioni più onerose della Germania, in un circolo vizioso talmente evidente quanto spaventoso.
Si prenda l’Italia. Ha sempre fatto, da quasi vent’anni ormai, “riforme strutturali” e bilanci più virtuosi della Germania, e tuttavia ha sempre dovuto e deve pagare tassi d’interesse più onerosi della Germania. Oggi di ben tre punti percentuali. Questo euro, senza un consolidamento del debito, è un’opera di Sisifo, ma non a somma zero: se ne arricchisce la Germania, indirettamente ma non di poco. Si dice: l’Italia paga l’imprevidenza passata. Ma: 1) è una sciocchezza, l’economia si governa sull’oggi e il domani, 2) pagano anche i paesi che hanno un indebitamento analogo a quello tedesco in rapporto alla ricchezza.
Le banche tedesche vendono i Bot italiani, la Bundesbank impedisce gli acquisti calmieratori della Banca centrale europea: questa è la verità del mercato. La verità è cioè che la Germania trae, da questo euro a grappolo, un beneficio concorrenziale enorme in termini di costo del debito rispetto alle altre economie europee, dalla Francia in giù. Questo euro con i liberi debiti nazionali è una specie di albero della cuccagna, col quale si divertono solo i tedeschi, gli altri scivolano in continuazione col sedere per terra.

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