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lunedì 18 novembre 2013

Troppo ricca Hvb, troppo indigente l’Italia

Arriverà più credito disponibile per l’economia dall’unione bancaria europea, per quanto annacquata dalla Germania, che dalla nuove regole sulla capitalizzazione e le riserve che entreranno in funzione e gennaio - l’accordo Basilea III. Il fatto è emerso a margine della polemica, venerdì scorso, tra Unicredit e il “Financial Times” su alcune dichiarazioni della banca. I due maggiori gruppi bancari, Unicredit e Intesa, che si sono allargati a caro prezzo nell’Europa centro-orientale, potranno rinazionalizzare vasti ammontari di capitale  non più necessari a rafforzare le banche acquisite.
La rivelazione è venuta da una comunicazione allo European Council on Foreign Affairs di Giuseppe Scognamiglio, un dirigente di Unicredit con una lunga esperienza di diplomatico. Riferendosi al core tier 1 di Hvb, la consociata bavarese di Unicredit, che è più del doppio, il 20,7 per cento, rispetto al 9 per cento richiesto da Basilea III, Scognamiglio calcolava che Unicredit potrà rimpatriare 7 miliardi di euro del capitale sottoscritto di Hvp, con un effetto leva pari a 40 miliardi di credito disponibile per l’economia italiana.
Il core tier 1 è il rapporto tra capitale sottoscritto e riserve accantonate da una parte e gli impieghi dall’altra. Anche in Italia, Unicredit e Intesa hanno un core tier più elevato del prescritto, dell’11,7 e 11,5 per cento rispettivamente. L’operazione Unicredit-Hvp, benché immune alle indagini penali, a differenza della successiva operazione fotocopia Mps-Antonveneta, ha appesantito il gruppo italiano in questi difficili otto anni interorsi dall’acquisto. 

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