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martedì 19 novembre 2013

La ripetizione scardina il linguaggio

Autore e pièce dimenticati, che avviarono il teatro dell’assurdo e tennero banco a Parigi per decenni, seppure in una sala piccola – ma “La cantatrice” è un monologo. Ne parla giusto Nuccio Ordine, cui viene a proposito per “L’utilità dell’inutile”.
Il teatro dell’assurdo riporta alla rilettura in automatico a Hemingway, “Il vecchio e il mare”, e alla sua maestra, Gertrude Stein: l’effetto straniante (polimorfo) della ripetizione, della parola ripetuta – basta poco per rompere il contesto (abitudine, luogo comune).
Eugène Ionesco, La cantatrice calva

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