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giovedì 11 febbraio 2016

La guerra sunnita su due fronti

La guerra dell’Arabia Saudita è contro l’Iran e contro l’Is. Contro l’Iran come potenza regionale e come islam sciita. Contro l’Is per la supremazia nel mondo sunnita. Una guerra su due fronti è difficilmente componibile, ma è quello che il reame sta tentando, nell’inedito attivismo militare.
Il nuovo corso saudita viene collegato alla successione a capo del paese, alla morte del re Abdallah un anno fa. Sarebbe il nuovo re Salman all’origine dell’attivismo del reame, fino ad ora sempre discreto, dal punto di vista diplomatico e militare. Salman è il più innovatore, o progressista, dei principi sauditi. Ma proprio per questo, si dice, più dei suoi predecessori ha bisogno di una base stabile di potere. Da qui la  decisione di combattere anche militarmente i nemici.
La militanza sul fronte islamico è però precedente a Salman. Il segretario di Stato Usa, John Kerry, ricorda che fu due anni il ministro degli Esteri di Abdallah, il principe Saud, uomo molto cauto, anch’esso poi deceduto, a spiegargli il fenomeno Is: “Daesh (l’acronimo arabo per Is) è la nostra risposta al vostro sostegno al Da’wa”, al partito sciita che controlla l’Iraq dopo Saddam Hussein. “Nostra” come di noi sunniti. Che però sono un fronte irrimediabilmente diviso.
L’Arabia Saudita è il paese in cui la propaganda online dell’Is raccoglie più attenzione. Ed è più radicale, se si può, anche più della propaganda antioccidentale e anticristiana. Le accuse più infamanti sul piano religioso del “califfo” dell’Is, Abu Bakr Al Baghdadi, sono dirette contro la dinastia custode dei luoghi santi islamici. E sul piano politico sono costanti. L’offensiva saudita nello Yemen contro l’influenza iraniana Al Baghdadi ha bollato di “sussulto del morente”. La dinastia saudita definendo “non gente di guerra  ma di lusso e stravaganza, gente di intossicazione, prostituzione, danze e banchetti, impegnata a difendere ebrei e crociati”.
L’intervento saudita  nello Yemen a marzo è stato una risposta all’accordo Usa-Iran sul nucleare, e una manifestazione tanto di volontà di combattere militarmente, una novità assoluta, quanto di inefficacia: i sauditi non hanno nessuna esperienza in campo militare. Ma la sfida allo sciismo è anch’essa campo di battaglia nello scontro tra le fazioni sunnite, del wahabismo saudita e del fondamentalismo Is, che si combattono con accuse reciproche di politeismo eretico e di “rafidaismo” – di rafidah, di rigetto della successione canonica di Maometto. L’appellativo ingiurioso rafidah era storicamente indirizzata agli sciiti, seguaci di Fatima, la figlia del profeta.

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