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giovedì 11 febbraio 2016

Il paradosso Gadda

“Il Foscolo mi fa imbestialire”, scrive Gadda al cugino Piero mentre il radiodramma – ma è una farsa, linguistica – va in onda a radio Rai, a metà 1958. Un radiodramma di cui questo è il testo, uno sfogo. Una delle bizze dell’Ingegnere, particolareggiata, insistita - di “generosa bile”, dice il curatore della Garanti, Fausto Gavazzeni. Contro la “lindura faraonizzata” del poeta dei “Sepolcri”, e contro “la poesia dei Vati”, che si fa il dovere in ogni epoca di mascherare sopraffazioni e violenze dei potenti.
Gadda ne ha per molti, ma per il “Basetta” Foscolo in modo particolare. Per Napoleone, il Nano, per il Kuce, il Somaro, il Mascellone (tutti Mussolini), per i suoi piccoli borghesi lombardi, nonché – a livello più alto – per le madri e le ville in Brianza. È spesso di malumore, che invano tenta di stemperare con l’humour. Ma per  Foscolo in modo particolare. E a sessant’anni mise insieme tutti i malumori in una “farsa” alla radio.
Scrivendone a Bigongiari, al suo solito cerimonioso, per non scriverne – per non scrivere dello stesso Bigongiari, “Alle origini dello stile foscoliano” – Gadda mostra una unga dimestichezza con l’autore che rifiuta. Per motivi che è inutile ripercorrere, nei pro e nei contro, essendo umorali. Una satiriasi, che celebra nel mentre che dissolve. Unicamente per il piacere della scrittura, se non della lettura. Accortamente Gavazzeni sottolinea nell’introduzione Garzanti i debiti dannunziani: “il capobanda”, già usato da D’Annunzio contro Mascagni, invidioso di demolirne “Cavalleria Rusticana”, “il labbrone”, “il Basetta”, etc.
Uno sceneggiato canonico, secondo le “Norme per la redazione di un testo radiofonico” dello stesso Gadda per la Rai nel 1952. Foscolo gli è antipatico, dice Gadda in una finta intervista con il “Radiocorriere Tv”, perché è “un campione del distillato spirito” dell’autore, di se stesso, “delle sue ragioni e dei suoi umori”. Foscolo è fissa cronica di Gadda, come Manzoni. L’articolo-intervista, che Gavazzeni allega, dice tutto, di Gadda e del Foscolo.
La farsa Rai, recuperata in volume da Garzanti, editore storico dell’Ingegnere, nel 1999, viene riproposta da Claudio Vela, il curatore del revival Bembo. Una esumazione per aficionados ma noiosissima. Col paradosso Gadda messo a nudo. Del commento migliore – leggibile, godibile – del testo. Sia quello dell’edizione Garzanti, di Fausto Gavazzeni, sia questo di Vela, che lo adorna di godibili note, quattro volte più lunghe del testo. Questo successe specialmente per i testi polemici: le bizze del capitano in congedo sono socievoli quando non sono permalose. – l’ironia non regge il volume. Un paradosso con codicillo: Gadda non ha – non ha avuto finora – epigoni e eredi, ma sì molti critici entusiasti, ai quali funge da dopamina.
Carlo Emilio Gadda, Il guerriero, l’amazzone, lo spirito della poesia nel verso immortale del Foscolo, Garzanti, pp. 103 € 8,50

Adelphi, pp. 267 € 20


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