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mercoledì 6 settembre 2023

Basta indebolire la Russia, serve contro la Cina

Il cosiddetto Occidente, cioè gli Stati Uniti, vuole “la pace in Ucraina”, cioè una qualche forma di armistizio, perché voleva e vuole la Russia indebolita, ma non molto. La vuole isolata politicamente ed economicamente, quindi nel bisogno, ma non indebolita militarmente. Il “nemico” dell’Occidente-Usa in questa fase e per i prossimi decenni è la Cina. Già dalla fine della presidenza Trump, con le iniziative fatte assumere alla speaker parlamentare Pelosi. Il nuovo “gioco” kiplinghiano è chiaro alla Farnesina e in Europa, anche se non si dice.
L’obiettivo della offensiva di pace è di non rendere la Russia vassalla della Cina. E in qualche modo anzi ravvivarne le storiche rivalità, in Centro-Asia, nelle vaste repubbliche post-sovietiche, e nel Pacifico.
Gli Stati Uniti hanno molte concessioni da fare per portare la Russia a una trattativa, data l’ampiezza delle sanzioni comminate, e a cui hanno convinto o costretto gli alleati. Non esclusa una revisione della condanna di Putin da parte della Corte penale internazionale dell’Aja – che gli Stati Uniti hanno voluto e praticamente imposto, anche se non riconoscono la Corte (si dà per scontata la permanenza di Putin al potere a Mosca). Il governo americano può scongelare gli immensi fondi russi investiti in titoli americani o in deposito presso le banche della Federal Reserve, bloccati dall’inizio della guerra. E può consentire l’esportazione immediata di granaglie, in attesa di liberare le esportazioni di gas e petrolio, e di minerali pregiati.   
L’obiettivo che ora si presenta come “opzione di pace” era manifesto da tempo, perfino dichiarato. Da circa trent’anni. Al Pentagono, al Dipartimento di Stato e nella pubblicistica. Dimostrare la debolezza militare della Russia, già manifesta in Afghanistan e in Cecenia, al netto dell’arsenale nucleare. Scartata l’opportunità di “armare” i nemici storici della Russia, Polonia e Romania, paesi forti e poco controllabili,  si è puntato sulla Georgia e sull’Ucraina. La Georgia per la vecchia ostilità, di secoli, l’Ucraina perché malleabile, data la corruzione diffusa . Due colpi di Stato anti-russi, sotto apparenze civili, di piazza, sono stati organizzati e finanziati in Ucraina, dagli Stati Uniti e dalla Germania (a vantaggio di élites che poi sono finite in carcere o a processo per corruzione).
La prima reazione russa, con l’invasione e l’annessione della Crimea, è stata risolta con accordi, patrocinati dall’“Occidente”, mai attuati. Mentre un’altra area di frizione si apriva, contro i russi del Donbass.
L’armistizio che si cerca d’imporre in Ucraina - di fatto all’Ucraina, con una parte del paese occupata dalla Russia - non può essere l’avvio di un negoziato di pace: nessun governo ucraino può, dopo un anno e mezzo di guerra di resistenza, accettare lo status quo. Ma serve ad avviare il “disgelo” con la Russia, anche con Putin al governo.

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