Cerca nel blog

venerdì 26 settembre 2025

Congedo parentale

Sempre più s’incontrano trenta-quarantenni, a giudicare dal fisico, la barba non curata, i capelli trasandati con cura, i tatuaggi, che, dopo aver portato il cane allo sfogo mattutino tra le 8 e le 9, portano il bambino o la bambina all’asilo. Normalmente verso le nove, un po’ in ritardo – tanto non c’è orario. Bambini di due-tre anni, quasi sempre perplessi – specie i maschietti

 Probabilmente per l’uso incongruo del carrozzino, nervoso.
Ci sono asili un po’ dappertutto. Basta un appartamento luminoso, meglio se con un giardinetto – e una laurea, breve, in Scienza dell’educazione. Ora che i megaasili con parco delle suore, di cui il quartiere era pieno, sono deserti, e quelli pubblici sono uno solo. In alternativa, si vedono gli stessi genitori, tra le 11 e le 12.30, gironzolare per il parco di quartiere. Non all’angolo giochi: lì il bambino, per quanto accudito, ci mette nulla e buttarsi dall’altra parte dello scivolo, dalla torretta, o a rovesciarsi sull’altalena, per quanto bassa e bene ancorata – lì ci sono bambinaie, mamme, sorelle, e qualche nonno. Forse perché pazienti, o rassegnati.  
Al parco questi padri, si presume, giovani procedono al cellulare. E come accigliati. Per sentire meglio ciò che viene detto, o scontenti? Hanno paura? O si aggrotta sempre la fronte quando si lavora e non ce ne accorgiamo? Anche loro, evidentemente, se non sono in congedo parentale, lavoreranno da remoto - fanno smart working.

Nessun commento: