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domenica 21 settembre 2025

India nella morsa Cina-Pakistan-Arabia Saudita

Mentre Trump si crogiolava a Londra con i reali inglesi, a Riad il primo ministro pakistano Sharif firmava col principe ereditario saudita Bin Salman un accordo militare di reciproca difesa. Compreso lo scudo nucleare pakistano a difesa dell’Arabia Saudita.
Un accordo in chiave anti-Israele, e in linea con i disegni sauditi di acquisire autonomia dalla protezione, e dal controllo, degli Stati Uniti. Anche perché Trump, nella passata presidenza dieci anni fa, ha mostrato di non volere più garantire, unicamente impegnato a favore di Israele. Ma che mina massicciamente gli equilibri in Asia.
Nel soggiorno a Londra, dove ha trovato modo di magnificare le relazioni personali col presidente cinese Xi e degli Stati Uniti con la Cina, Trump avrebbe esposto uno scenario in cui l’Occidente, cioè l’America, si occupa dell’Occidente, con l’America Latina e l’Europa, e i paesi asiatici, cioè la Cina, dell’Asia. Se così fosse, l’India resterebbe isolata dopo l’accordo dell’Arabia col Pakistan.
L’India è stata uno dei primi grandi acquirenti di greggio saudita da una decina d’anni a questa parte, da quando le finanze saudite erano esauste e il paese minacciato dal fallimento. L’accordo militare saudita col è Pakistan tradizionale nemico dell’India, è un atto quasi ostile. Il Pakistan è anche sempre più, secondo New Delhi, un mandatario vassallo della Cina – malgrado le repressioni cinesi dell’islam.
Il presidente indiano Modi ha tentato ultimamente delle aperture verso la Cina, presenziando a Pechino alle celebrazioni cinesi della fine del secondo conflitto mondiale. Ma senza esito apparente: restano i problemi bilaterali, commerciali e territoriali (di confini sull’Himalaya), e l’alleanza di fatto di Pechino con il Pakistan - nata in chiave anti-indiana.

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