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venerdì 26 settembre 2025

Scoppia la Cina, d’immobili e automobili

Dopo la bolla immobiliare, la bolla automobilistica? Serpeggia da un anno circa, e ora è scoperta: crisi da sovrapproduzione. I piazzali sono sempre pieni, i prezzi gareggiano al ribasso.
Una bolla più diffusa, e pericolosa, di quella, per l’occupazione e la politica dei redditi, dei lavoratori dipendenti e dei concessionari. Ha cominciato Byd, il maggior costruttore, a ridurre i prezzi per svuotare i magazzini, e ha messo in crisi gli altri costruttori. Che reagiscono allo stesso modo di Byd, con la guerra dei prezzi, anche quelli che non hanno scorte così eccessive - e in più hanno aperto una controversia giudiziaria contro Byd, il maggior prenditore, quasi monopolistico, dei sussidi statali – alla transizione verde, all’occupazione, etc.
L’economia di Pechino, sempre “trionfante”, passa di crisi in crisi. Pagata dalle finanze pubbliche. La Cina si magnifica, con la propaganda – ma viene magnificata più di quanto si magnifichi, a leggere il “Global Times”, che pure è il giornale di partito: non nasconde le cifre e la portata della sovrapproduzione.
Di questo ingorgo però, curiosamente potrebbe fare le spese l’Europa, i costruttori europei: Byd ha già puntato decisamente sul Vecchio Continente per sgonfiare la bolla, a prezzi che nessun costruttore europeo può fronteggiare. E le altre case seguono. L’Europa e non gli Stati Uniti, dove vigila il Trump dei dazi.

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