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martedì 6 novembre 2007

Dopo la Serbia, guerra alla Romania

Forse è perché si avvicina il decennale della trionfale guerra alla Serbia, combattuta dai prodi Scalfaro e D’Alema a fianco del compagno Clinton, che si vuole far celebrare al mite Veltroni, l’uomo del cinema, la guerra alla Romania, anzi alla Transilvania, la terra dei vampiri, di cui gli zingari sono figli, che non si sa perché si fanno chiamare rom. Le alleanze non sono così fortiu: Scalfaro e D'Alema marciavano dietro il super democratico Clinton, mentre da Bruxelles questa guerra la vogliono impedire, dal prode Barroso in giù, tuti i democristiani d’Europa, e anche i liberali e ogni destra. Ma il danno è fatto: Veltroni si è fatto mettere nel sacco da Prodi, e dal suo compagno D’Alema. Col decreto, ora senza padri, ma subito controfirmato dal presidente della Repubblica, dovrà ora fare marcia indietro dal fronte, e non è facile in guerra.
Veltroni, lui, fa l'irenico. Va a Auschwitz, va in Africa, ad Auschwitz e in Africa porta i ragazzi delle medie, e continua con le feste. Nel mentre che spazza via ogni divevrso parere nel Partito democratico, e minaccia di spazzare via tutte le stamberghe degli immigrati, che deturpano ponti e fiumi - li butterà sul bagnasciuga? La sinistra più spesso non sa che fare e perde la testa. Nella memoria di molti italiani, di Francia e ritornati, c’era fino a qualche anno fa, fino a quando sono vissuti, l’abominazione del Fronte Popolare, che per non saper che fare nel 1936 aveva emanato un precedente decreto Prodi di deportazione nazionale.

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