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sabato 12 gennaio 2008

Un calabrese al comando di Napoli

De Gennaro-San Gennaro, questa è facile. Anche se neppure questa ha fatto ridere i comici, la spazzatura di Napoli è tabù.
De Gennaro-Genova-G8, questa invece ha incontrato subito, è l'unica associazione che infiamma le immaginazioni.
Un Capo della polizia e un generale che ripuliscono la città con l’esercito, questo l’hanno notato solo i corrispondenti stranieri, un po’ inorriditi. È leggendo il “Times” e l’“Herald Tribune” che i giornali italiani, che pure a Napoli dedicano tre e quattro pagine, una ventina di articoli al giorno, se ne sono accorti. È però una novità relativa: il serafico Prodi è un militarista, basta vedere come ha dichiarato guerra alla Romania e come conduce le ostilità contro Veltroni.
Ma che Napoli sia sotto il comando di un calabrese, questa è una novità assoluta. De Gennaro è come tutti i Capi della polizia soprattutto un diplomatico, ma millenni di rancore e il ribaltamento di una confortante consuetudine assicurano sorprese. De Gennaro cioè non ce la farà: il più miserabile napoletano è sempre stato “più” (furbo, violento) del migliore calabrese, superbamente superiore.

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