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venerdì 11 gennaio 2008

Il tesoretto dei buffi - e di Tremonti

Nell’attesa della Relazione trimestrale di cassa a fine settembre, cui il ministro dell’Economia Padoa Schioppa un po’ ansiosamente rinvia, se ne possono rintracciare i motivi di preoccupazione nella Relazione a fine giugno. Che è rimasta intonsa, benché il Tesoro la tenga in evidenza tra le sua carte. Per l’esotismo, forse – Trimestrale di cassa, che roba è? O perché dice una verità scomoda: il tesoretto è la sommatoria di più tasse e più spese, di tasse aumentate più delle spese evidentemente.
È un tesoretto dei “buffi”, si direbbe a Roma, dei debiti. E tra l’altro è in massima parte merito – o colpa – della finanziaria di Siniscalco e dell’ultima di Tremonti.
Il governo accredita, anche nella Trimestrale di giugno, il notevole incremento delle entrate “all’azione di contrasto all’evasione e all’erosione delle basi imponibili”. Ma la tabella parla chiaro. Il tesoretto si è costituito tra il 2005 e il 2006, quindi col governo di centro destra: le imposte dirette sono aumentate soprattutto fra giugno 2005 e giugno 2006, da 81,7 a 95 miliardi, e di soli cinque miliardi nell’anno successivo, a giugno 2007. Fra il 2005 e il 2006 i maggiori incrementi si sono avuti dai redditi d’impresa (Ires, Sostituiva e Rivalutazione dei beni d’impresa hanno dato 6,2 miliardi in più), dai redditi delle famiglie (più 4,6 miliardi), e dalla voce “Altre”, che comprende addizionali locali, plusvalenze, dividendi, etc. Per le imposte indirette l’aumento è stato analogo nei due anni: da 68,9 a 74 miliardi nel 2005-2007, e a 78,4 miliardi nei dodici mesi successivi. Ma l’Iva ha avuto il suo maggiore incremento da giugno 2005 a giugno 2006, da 43 a 47,3 miliardi, per effetto della ripresa dell’economia, da giugno 2006 a giugno 2007 l’incremento è stato molto minore, a 48,9 miliardi. Il miglioramento delle imposte indirette in questo secondo periodo è dovuto all’incremento generalizzato dei bolli disposto da Visco.
A fine giugno 2006, a un mese e mezzo dalla formazione del governo, il tesoretto è stato gonfiato con uno swap di 2,3 miliardi con il Tesoro (“trasferimenti di conto corrente di Tesoreria"). Il prestito serviva a vantare l’immediato successo della campagna – di stampa – contro l’evasione e l’erosione fiscale?

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