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domenica 6 settembre 2009

Quando c'era la Cortina di ferro - 3

Con l’archivio generoso di “Repubblica” raccontiamo alcuni aspetti del ricchissimo 1989, venti anni fa, che i giornali, vuoti, non raccontano (fa eccezione oggi il supplemento domenicale del “Sole 24 Ore”, che dedica a quegli avvenimenti due pagine): il comunismo sovietico che finisce nel disonore

20 agosto CINQUECENTO TEDESCHI DELL'’EST FUGGONO DAL CONFINE UNGHERESE, di Piero Benetazzo BERLINO - Nella piccola ed elegante palazzina proprio nel centro di Berlino Est le tendine sono ben abbassate come a cercare protezione dalla feroce calura che opprime la città: ma dietro di esse in realtà si cela la sfida forse più difficile di fronte cui si trova il regime di Honecker, in crisi economica, incapace di impostare un minimo di riformismo, come paralizzato dal vento di liberalizzazione che soffia sui paesi del socialismo reale. Sono 116 i tedesco-orientali che si sono asserragliati nell’edificio della rappresentanza diplomatica della Germania Occidentale, vogliono emigrare, si rifiutano di rispondere agli appelli sia di Bonn che di Berlino di tornare a casa, non credono alle garanzie di impunità delle autorità tedesco-orientali. Dalle finestre della palazzina si vedono di certo i contorni del Muro…
Anche a Budapest la Rft ha dovuto chiudere i battenti della sua Ambasciata, in cui si sono infilati 187 tedesco-orientali. Atre centinaia la stringono d’assedio ed il loro numero sale di giorno in giorno: sono già un migliaio, senza soldi, senza viveri, decisi a rifiutare il ritorno in patria. Altri, una cinquantina, sono penetrati nei locali dell' Ambasciata federale in Cecoslovacchia... Quasi cinquecento hanno approfittato dell’apertura eccezionale di un posto di frontiera sull' ex Cortina di ferro, sul confine austro-ungherese, a Saint Margarethen, per entrare in Occidente.

22 agosto
DAL CONFINE UNGHERESE CONTINUA LA GRANDE FUGA DEI PROFUGHI TEDESCHI
VIENNA - Dopo i quasi mille tedesco-orientali fuggiti nella notte tra domenica e lunedì attraverso la simbolica breccia aperta nella cortina di ferro ungherese nei pressi della cittadina di Sopron, altri cinquecento loro connazionali si sono riversati ieri in territorio austriaco con l’intenzione di raggiungere Vienna e poi la Repubblica federale tedesca. Tutti, a quanto ha reso noto l’ambasciata della Rft in Austria, hanno ricevuto passaporti tedesco-occidentali. Secondo l' agenzia ufficiale austriaca Apa, sarebbero così un migliaio i cittadini tedesco-orientali che si sono ammassati nella cittadina ungherese di Morbisch, situata a circa 60 chilometri a sud-est della città austriaca di Eisenstadt. Proprio ad Eisenstadt, la polizia ha reso noto ieri che uno dei tedesco-orientali autori della carica su Sopron è morto per infarto. L' uomo, che aveva 40 anni, aveva attraversato insieme alla moglie decine di chilometri di campagna ungherese prima di raggiungere l'Austria.
(continua)

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