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venerdì 23 ottobre 2009

Ombre - 32

La Svizzera ha buon gioco sul “Corriere della sera”, su “Repubblica” e sulla “Stampa” (non sul “Sole 24 ore”) contro lo scudo fiscale e i controlli alla frontiera dei trafficanti illegali di capitali. È solo per odio contro Berlusconi e la sua legge?

Bobo Vieri chiede in Tribunale a Milano la condanna di Telecom e Inter a 21 milioni di ammenda per averlo spiato quando giocava nella squadra di Moratti. Nessun dubbio che abbia ragione, e poi non chiede 750 milioni. Ma non avrà nulla, nemmeno 2,1 milioni, nemmeno duemila e 100 euro, perché Telecom e i Moratti non sono condannabili. La giustizia a Milano si fa così.

Marchionne non sarà pagato dalla Chrysler. Per il lavoro che fa alla stessa Chrysler, ventiquattro ore su ventiquattro ormai da sei mesi. Prenderà solo quanto ha pattuito con la Fiat. Lo comunica il Tesoro Usa agli azionisti Chrysler, ma ha l’aria di non essere una buona notizia: il titolo sicuramente ne soffrirà.

L’ora di islam una settimana, il posto fisso l’altra, l’odiosa Irap di Visco la terza: è la ricetta estiva della Lega applicata al resto dell’anno, il governo occupa gli spazi dettando l’agenda. Così i giornali hanno di che scrivere. Possibilmente con argomenti di sinistra: “Vi butto il posto fisso sui coglioni”, s’immagina Berlusconi mentre lo divisa.

Con tutto il rispetto, ma quella del posto fisso è una farsa. La mena il ministro che ha sul gobbo tre milioni e mezzo di nullafacenti, senza i quali il debito italiano scomparirebbe e anzi l’Italia sarebbe in attivo. Tre milioni e mezzo di dipendenti a posto fisso che ora magari, dopo Brunetta, in ufficio ci vanno, ma non sanno che fare.

La Corte Europea condanna l’università Cattolica di Milano perché ha licenziato un professore di religione che si è dichiarato ateo – nemmeno licenziato: non gli ha rinnovato l’incarico. C’è l’obbligo, per questa Corte e questa Europa, di far insegnare religione a un ateo.

Il vice-questore di Napoli vorrebbe ridurre la scorta a Saviano, la ritiene immotivata. Il capo della Polizia allora interviene e dice che, al contrario, va rafforzata. Berlusconi e altri ricevono una minaccia di morte terrorista. Il capo della Polizia interviene e dice che il messaggio non è “autentico”. Che razza di fascismo è questo?
O bisogna dire che Berlsuconi è più abile come editore, come Mondadori?

Nessun dubbio che Rosetti, superabitro di Collina, abbia fatto perdere volutamente la partita alla Roma domenica contro il Milan, club con cui Collina a lungo ha avuto relazioni speciali. Rosetti è uno che ci vede, non fa errori. Lo stesso Rosetti che fermò la Roma in corsa per lo scudetto due anni fa, facendo letteralmente pareggiare l’Inter in Inter-Roma il 27 febbraio 2008 – e criticato espulse la volta successiva Perrotta prima ancora che entrasse in campo… Ma per i romanisti un solo nemico esiste, la Juventus.

Nessun dubbio tra Flavio Briatore e sir Max Mosley su chi bara e chi ne è vittima. Hanno entrambi molto pelo sullo stomaco, ma uno di più. Solo che è inglese, mentre l’altro è proprio italiano. Anche per i giornali italiani.

“Opinioni scicche (o cicche)”, lamentava Flaubert con George Sand nel 1866: “Essere per la religione cattolica (senza crederne una parola), essere per la schiavitù, essere per la casa d’Austria, portare il lutto per le regina Amelia, ammirare “Orfeo agli Inferi”, organizzare la protesta agricola, parlare di sport, essere freddi, mostrarsi idioti fino a rimpiangere i trattati del 1815 (la Santa Alleanza contro la Francia, n.d.r.). È tutto quello che c’è di più nuovo”. Nel 1866. E centoquarant’anni dopo.

Fa senso la foto di gruppo di Fini e D’Alema sul “Corriere della sera” con i loro “giovani” ad Asolo. Oggi più di ieri, quindici anni fa, all’inizio della politica in tv, quando si spalleggiavano sul teleschermo quali dioscuri della Seconda Repubblica, freschi di comunismo e di fascismo che allegri rinnegavano. Allora si pensava: è tattica politica. Oggi è velinismo? A sessant’anni? In quindici anni non hanno fatto e detto nulla di giovanile, solo vecchi trame, col complesso di Andreotti.

Bagnasco non vuole l’ora di islam a scuola, Martino sì. Cardinali entrambi. Visto da destra e visto da sinistra? No, si apprestano le posizione per il conclave. La questione in sé meriterebbe riflessione.

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