Cerca nel blog

domenica 10 gennaio 2010

Perché l'Italia è antipatica

Uno direbbe per Berlusconi. Ma poi si scopre che lui invece se la spassa. Va in Provenza e tutti gli sorridono. Va a San Pietroburgo e idem. Sarkozy e Zapatero gli hanno copiato le ministre miss. Zapatero potrebbe perfino metterlo in Telecom, tanto gli è grato per il salvataggio del gruppo Prisa (“El Paìs”). Obama gli deve il ruolo fondamentale di pesce pilota fra gli alleati europei: non fosse stato per lui avrebbe già sbattuto più volte quest’anno a brutto muso a Parigi e Berlino, e anche a Londra, sull’Afghanistan, l’Iran e ora lo Yemen. No, Berlusconi sarà antipatico, ma non all’estero.
Perché allora tanti giudizi severi sull’Italia? Proviamo ad analizzarli. Intanto, sfrondiamo il fronte dai giornali di Murdoch e da quelli sudamericani. I giornali di Murdoch fanno gli interessi del padrone, il “Times”, il “Sunday Times”, gli altri quotidiani inglesi che Murdoch mantiene con la pubblicità, e il “Wall Street Journal”. I giornali sudamericani…, giornali sudamericani? Restano quelli francesi, ma non sono specialmente cattivi con l’Italia. Neppure il severo “Le Monde” dopo Colombani, il famoso trozkista rimasto senza fronte. Quelli tedeschi sono severi, ma all’apparenza, sempre arcigni, è la grafica, sono severi con tutti e non fanno eccezione per l’Italia, anzi per l’Italia fanno eccezione, perché è un paese che piace. Restano gli inglesi non di Murdoch, l’“Economist” e il “Financial Times”, e questi hanno una ragione ben precisa, sono fatti dalla banche. Dalle peggiori, le banche d’affari. Che sono inglesi e americane, e in questo senso è vero: all’Italia si irride nei corridoi delle banche d’affari, è un paese troppo facile.
Non è infatti che l’Italia sia invisa alle banche d’affari. Hanno guadagnato in Italia quanto non avrebbero mai immaginato grazie alle privatizzazioni. E hanno fatto guadagnare i loro consulenti, che in Italia hanno avuto specialmente prestigiosi, Prodi, Draghi, Gianni Letta, Mengozzi, Fantozzi, Rainer Masera, Caio, Siniscalco, Ermolli, e ora pure Mario Monti. Ma per questo la ritengono un paese poco serio. E, finito il business delle privatizzazioni, puntano sul debito. L’Italia è un paese molto amato dai risparmiatori di tutto il mondo. Perché ha un debito enorme su cui paga interessi cospicui, ed è di grande affidamento. Ora, però, prima della crisi gli interessi erano scesi sotto l’1 per cento, e questo non andava bene. E anche ora che i tassi si sono moltiplicati non va bene. Se l’Italia, che è un solido pagatore, subisse un qualche declassamento dalle agenzie di rating, sarebbe tutto fieno in più, gratis. E allora perché non dire che l’Italia è allo sfacelo? Non la Gran Bretagna, badate, che ha un indebitamento netto annuo del 10-12 per cento del pil, roba da Terzo mondo, l’Italia.
Ma l’“Economist” e il “Financial Times” sono le bibbie del mercato, si dice. Ecco, questo è il mercato - ma, poi, chi lo dice, l’ingegner Ronchey? è ancora in vita? altrove non lo dicono, in Europa, a Londra, in America, in Sud America.
La verità vera è però che l’Italia è antipatica agli italiani. Che non sanno perché, frastornati dalle gazzette. Le quali li proclamano impuniti e ingovernabili - loro, i più assidui votanti del mondo. C’è quindi da diffidare. Ma è anche vero che l’Italia la politica ha affidato ai più avidi e ai falliti di ogni bordo, la giustizia ai paglietta maneggioni, basta passare per piazza Indipendenza a Roma, davanti al portone del Csm, per sentirne l’inconfondibile olezzo, il calcio ai corrotti, e a ogni istante si può dissolvere con niente, un verbale o un pentito, una foto o una puttana, o anche solo una chiacchiera, senza nemmeno l’intercettazione.

Nessun commento: