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venerdì 22 ottobre 2010

Camusso-Montezemolo, l’Italia dei merli

Uno che non ha mai lavorato, e una che fa di mestiere la Signora No, presidiano euforici e sicuri di sé il salotto di Floris, il democratico migliorista, che presenta il suo libro beneaugurante, “Zona retrocessione”. E tutti insieme allegramente dicono peste e corna dell’Italia. Offerti in pose lusinghiere, spiritosi, simpatici, per essere tutti noi, i belli-e-buoni italiani migliori. Una speciale Italia dei Merli, che si alzano tardi, si fanno una cantatina, e si ammirano a ogni riflesso. Loro non si occupano dell’Italia che sta al 120mo posto, su 138, per la produttività del lavoro – che negli stabilimenti Fiat è un po’ più alta, ma sempre meno che in Brasile, Polonia, Turchia, e ora perfino la Serbia.
Montezemolo e Susanna Camusso, che al convegno si raccontano le barzellette, vere spiritosaggini mica le storiacce di quello lì, tanto avranno l’animo nobile quanto la supponenza e la delittuosa stupidità. Una storia insomma che finirebbe qui, se nello stesso ambiente, che si pretende di sinistra e lo è, un onesto lavoratore come Marchionne, che tenta di salvare la Fiat anche in Italia, e di salvare anche Napoli con la Fiat, non venisse sbertucciato come un padrone e un fossile. Sì, è la borghesia italiana, che è sempre stata stupida, essendo nata ladra, dalla manomorta. Ma questa borghesia è ora la sinistra politica, che dovrebbe essere il futuro del paese – la destra è la conservazione, la sinistra è la novità e il futuro. È la sinistra per la retrocessione? A beneficio di chi?
Ma, poi, questo Montezemolo non lo paga la Fiat? Forse non c’è troppo da commuoversi su Marchionne. Ma questa Fiat, è giusto che ci imbonisca di tutto e il contrario di tutto? Dobbiamo morire per i fratelli Elkann?

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