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giovedì 24 marzo 2016

Ombre - 309

“Lui pensava di fare lo scoop mondiale trovando Leonardo sotto gli affreschi del Vasari nel Salone dei 500, gli esperti lo hanno fermato” – cioè salvato dal ridicolo. Gli esperti sono la Sovrintendenza di Firenze. Lui è Renzi, allora sindaco di Firenze. Antonio Paolucci, ex sovrintendente a Firenze, ora che è in rotta con Renzi per la riforma delle sovrintendenze, finalmente dice la verità.

 

Dopo aver salvato Mondadori, una prima volta, comprandole Retequattro, e Rusconi, comprandogli Italia Uno, ora salva il “Corriere della sera” comprandogli la Rizzoli. Cioè niente, dopo la esclusione di Adelphi e, su  decisione dell’Antitrust, di Bompiani e Marsilio, nonché dei diritti sugli autori. Per 127 milioni si è comprato il catalogo della Bur, un doppione esatto degli Oscar: si può dire Berlusconi il benefattore dell’editoria, e di Milano.

 

Basteranno i milioni di Berlusconi a salvare il “Corriere della sera”? Il giornale ha salutato con jattanza la fuga dei soli azionisti che ci abbiamo messo dei soldi, i torinesi nipoti di Agnelli. Ma il gruppo è fallito da ogni punto di vista, a meno di una forte ricapitalizzazione, dopo una serie interminabile di perdite.    

 

Casa Rossa Occupata di Carrara vuole fare una manifestazione e non trova di meglio che negare le foibe, negarne l’esistenza. Anche l’Anpi di Carrara si impegna in questo negazionismo. Dopo un lungo sonno, sia dell’Anpi sia di Casa Rossa. Insensato? Sì m non è una malattia – non una riconosciuta come tale.

 

Carrara e dintorni hann o il record di ultracentenari, un centinaio, su una popolazione di trecentomila abitanti. Mentre dovrebbero essere tutti morti per le polveri di marmo.

 

Dieci miliardi di acquisizioni all’estero nel 2015, che saranno venti o poco meno nel 2016: i capitali non mancano. Mentre in Italia gli investimenti sono in contrazione. Si penserebbe perché le condizioni di mercato in Italia sono sfavorevoli. Ma le stesse statistiche dicono che gli investimenti stranieri in Italia nel 2015 sono stati di trenta miliardi, tre volte quelli italiani all’estero. Basta poter pagare le tasse all’estero:  si paga meno, anche molto meno, e non c’è il giro dell’oca da cui dover uscire con le mazzette.

 

Scorrono astrali nel silenzio improvviso al bar le immagini di Obama che fa la passeggiata per l’Avana, in campo ristretto, con quattro accompagnatori di cui tre neri, ma non ristretto abbastanza che non si vedano mura spesse e arbusti curati, nel recinto di qualche residenza istituzionale. Perfino la partita di baseball allo stadio sembrerà surgelata.

 

La Asl di Lecce vuole 600 giorni per una tac. Un tempo abbondante per morire prima, riducendo la lista d’attesa.  

 

La ministra Lorenzin manda allora a Lecce i suoi ispettori, per indagare sulla Asl. Non era meglio se mandava un’altra tac? Si risparmiava.

 

Fubini e il “Corriere della sera” dicono l’Italia un paese di emigranti: trecentomila nel solo 2015. Non è vero – sommano le iscrizioni anagrafiche nei paesi europei, grazie a Schengen di libera scelta, e non le cancellazioni.  Ma se anche fosse, perché non chiedersi perché?
Una parte di iscrizioni sono di studenti, una parte di giovani in cerca di sussidi, e una parte, forse la più cospicua, di pensionati e redditieri, che pagano altrove la metà dell’Irpef che in Italia, e per la casa un terzo – tanto medici e medicine se li dovrebbero comunque pagare anche in Italia.  

 

Sublime Battista tafazziano sul “Corriere della sera” svela “ una strategia” del capo leghista (“il secondo fine di Salvini”): “Farsi molto male per farsi bene, liberarsi con una sconfitta dall’ipoteca berlusconiana”.  Senza contare naturalmente Milano, dove magari vincerà col berlusconiano Parisi.

La Lega a Milano ha sempre ragione – ma Battista non è romano?

È la sindrome del fascista, quella di avere comunque ragione.

 

Battista e il “Corriere della sera” vogliono Salvini meglio di Berlusconi. Così tanto che propongono l’evirazione pur di liberarsene. Grande lezione di vita.

 

Si condanna Verdini dopo averlo assolto. A una pena mite. In un processo che va alla prescrizione.

È un processo politico? Sì, per le sue stesse modalità: un processo semplice, che si poteva celebrare nei tempi, ma che i tribunali fiorentini usano per “venderselo” politicamente. E un processo forse senza basi, intentato da una Procura che all’epoca si disse finiana.

 

Trentacinque infortuni muscolari in sei mesi per una “rosa” di una ventina di atleti sono una perdita enorme per una squadra di calcio: economico (campionato, coppe, rating, ranking) e di capitale umano. Ore che un handicap che può allontanare molti atleti. Ma niente dissuade la Juventus da Vinovo, il centro sportivo che ha creato in zona umidissima e quasi paludosa – ci sono stati dei morti. Il capitale immobiliare prevale su tutto: lo sport, l’atletismo, e anche la salute delle persone.

 

“Incomprensibile” è per gli avvocati berlusconiani la condanna di Berlusconi figlio e Confalonieri per i diritti tv (Mediatrade), che essi non hanno negoziato – dopo peraltro una prima assoluzione. No, perché incomprensibile? I giudici sono altri e ognuno ha la sua vocazione e la sua carriera. Si chiamano e sono del partito antiberlusconiano, questo è il senso di Milano.

 

Il processo Mediatrade, voluto dal sostituto Procuratore della Repubblica Fabio De Pasquale, è costato 2,5 milioni. Per nulla. De Pasquale è considerata poco all’interno del palazzo di Giustizia di Milano, e della stessa Procura, ma può spendere liberamente.

 

Quello dei diritti tv è un scandalo della non giustizia. Ci sono stati fondi neri e altri traffici illegali sui diritti tv, per esempio a opera della Rizzoli-Corriere della sera, dettagliati (quasi tutto è scritto in G. Leuzzi, “Mediobanca Editore”, Seam), che la Procura di Milano non ha perseguito.

Quelli di Mediaset non sono invece mai stati provati – questi processi sono un gioco?

 

Uno sente la candidata di Grillo a sindaco di Roma e si dice: non è possibile. Sembra la caricatura del romanesco. Difficile – le Guzzanti non ci riescono, lei è perfetta – ma è per ridere?

 

Quattro candidati  a sindaco a Roma dell’Ex Msi, anzi cinque. Che magari fanno l’occhietto ai grillini, dopo averci provato col Pd. Senza vergogna, in una città che ha dato loro tanto, a Storace, Polverini, Fini, Alemanno, e ne ha ricevuto solo disastri. Di gente che ha fatto i ministri a vita, senza mai una iniziativa, un progetto, un’idea di progetto. Il fascismo era così vuoto?

Aveva ragione Mussolini, che non si fidava degli italiani, dei suoi naturalmente.  

 

Perle di saggezza politica sul “Corriere della sera” di Gianfranco fini. Uno che le ha sbagliate tutte. Compreso ribellarsi a Berlusconi che lo aveva portato in politica e lo aveva fatto ministro e superministro – invece di succedergli. Un politico talmente vuoto che è difficile immaginarne un altro. Anzi disastroso al governo – capofila dei contrari a ogni risanamento del debito.

 


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