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giovedì 27 luglio 2017

La pace, perché no, subito

Ha sistemato Merkel, poi Trump, Grande Amico, poi Putin, o Putin prima di Trump, stai attento a non scherzare col fuoco, ha semplicemente chiuso la questione immigranti, non li vogliamo,  l'Italia se li tenga, e quindi,  d'un colpo, in un momento libero, sistema la Libia: elezioni libere,  e chi vince governa. Come no, hanno detto i due contendenti (ma sono molti di più) tripolini convitati a Parigi, e se ne sono andati, tanto l'aereo non si paga.
Ha suscitato più sorrisi che altro (indignazione, dispetto) l'intrusione del presidente francese Macron sulla Libia. Come di chi non sa nemmeno di cosa si tratta, quale è il problema. Come se il presidente francese, si dice, si proponesse risolutore in Ucraina, in Siria, dove non ha nessun riferimento e nessun ruolo, e perche no della questione Is, del terrorismo islamico, e della questione israelo-palestinese? Magari, si aggiunge perfidamente, cominciando da qualcuno dei conflitti africani dimenticati nei quali la Francia è impegnata con i suoi soldati.
Questa diplomazia del sorriso il ministero degli Esteri dismette come diplomazia per ridere. I due tripolini,  Serraj e Haftar, non sono nemmeno nuovi a queste convocazioni perentorie. Poche settimane fa ne hanno avuto una anche ad Abu Dhabi, e la hanno onorata, perché no.

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