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venerdì 10 maggio 2019

La gente venera il potere

E.W.Hornung e James Hadley Chase, due inglesi-inglesi, autori di gialli, sono riletti da Orwell comparativamente. E innalzati a esponenti, se non autori, di due mondi totalmente diversi nella concezione dell’etica e della giustizia. Hornung è dalla parte del suo ladro ingegnoso Raffles, che alla fine dei conti è un criminale, ma da gentiluomo, nell’“atmosfera rilassata di fine Ottocento”. Hadley Chase non è per i suoi criminali, ma non va oltre l’esposizione costante della violenza, in tutti i suoi personaggi, vittime e carnefici. In storia con gli automatismi del fascismo.
Curiosamente Hadley Chase, l’autore “fascista”, era – o viveva da – gentleman inglese, dice il suo editore. Anzi, ne era la quintessenza:  “Un po’ alla David Niven, baffi e occhi chiari compresi, nei modi e nei gusti raffinati”. Ma le sue storie sono per Orwell il prodromo, e anzi la sintesi, del fascismo. Un giudizio controcorrente, in due modi: sia nell’apprezzamento, “di ottime qualità letterarie” (le “Orchidee”?), sia nella critica. Limitando il lavoro di Hadley Chase a “Niente orchidee per miss Blandish”, ne fa il trionfo della forza, anzi della violenza. Della crudeltà, del sadismo. Esercitati a danno dei deboli. “I grandi gangster spazzano via i piccoli senza pietà, come un luccio che divora i pesciolini; la polizia elimina i criminali con la stessa spietatezza con cui il pescatore uccide il luccio”. Si parteggia per la polizia solo se e perché “è meglio organizzata e più potente”. Non c’è giudizio morale: “Il romanzo lascia intendere che essere  un criminale è riprovevole solo nel senso che non paga”. È anzi un’apologia del fascismo, anche se la storia è totalmente sconnessa dalla politica. Della brutalità: “Una versione distillata della scena politica moderna, nella quale cose come i bombardamenti di civili, l’uso di ostaggi, la tortura per ottenere confessioni, le prigioni segrete, le esecuzioni senza processo, le manganellate, la sistematica falsificazione di documenti e statistiche, il tradimento, la corruzione e la collusione sono normali e moralmente neutrali, perfino ammirevoli quando vengono fatte in grande e con sfrontatezza”. Che non è malsano in sé, ma per l’effetto, trattandosi di letteratura di massa: “La gente venera il potere nela forma in cui è in grado di comprenderlo”.
Ma non è tanto questione di Miss Blandish, della sua storia e del suo autore. Il parallelo fra i due modi di raccontare la violenza serve a Orwell per far risaltare il cambiamento di etica, prima e dopo la Grande Guerra, col passaggio a quello che chiama “realismo”: “La crescita del «realismo» è stata la grande caratteristica della storia intellettuale della nostra età. È importante notare che il culto del potere tende a essere mischiato con l’amore della crudeltà e della malvagità per se stesse”.
George Orwell, Raffles and Miss Blandish, free online

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