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sabato 16 gennaio 2021

Letture - 445

letterautore

Annate – Ce ne son di eccezionali anche per gli autori.  Nel 1813 nascevano Nietzsche, Wagner, Verdi, Kierkegaard, Büchner, Hebbel. Nel 1821 Baudelaire, Flaubert, Dostoevskij – e Feydeau, e  Richard Burton (e Lola Montez, che era irlandese). 

Comunismo – “Tra i militanti che aderirono cent’anni fa alla scissione dal Psi da cui nacque il Pci, molti furono poi vittime del terrore staliniano in Urss. I comunisti fucilati furono 23, 12 morirono di stenti nei lager e altri 12, arrestati e deportati, riuscirono a sopravvivere”. Alla repressione parteciparono anche Togliatti e i dirigenti italiani, che segnalavano gli elementi eretici, o sospetti di idee «trotskiste-bordighiste»”, Marcello Flores, “La Lettura” di domenica.
Gli altri espatriati vivevano nel terrore, e non dormiva: il Kgb veniva all’alba, la polizia segreta del partito Comunista Sovietico.
 
Marco Revelli conclude oggi una celebrazione del Pcd’I-Pci sul “Robinson” con Gramsci vittima di Mussolini (“bisogna impedire a quel cervello di funzionare per almeno vent’anni”) e di Togliatti: “Isolato, spesso osteggiato dai suoi stessi compagni (non gli si perdonò l’opposizione alla sciagurata linea del «social-fascismo» e al settarismo staliniano)”.
Revelli ha ricordato prima che Mussolini fece arrestare Gramsci l’8 novembre 1926, alcune settimane dopo la lite Gramsci, segretario in carica del Pci, nonché parlamentare, con Togliatti a proposito del comunismo sovietico già staliniano Il 14 ottobre Gramsci aveva scritto al Comitato Centrale del Pcus: “Voi oggi state distruggendo l’opera vostra, voi degradate e correte il rischio di annullare la funzione dirigente che il Partito comunista dell’Urss aveva conquistato per l’impulso di Lenin”. Togliatti, incaricato di consegnare la lettera, “l’aveva «sequestrata», rampognando anzi duramente l’autore («La vostra visione di ciò che sta succedendo qui a Mosca è miope, errata in partenza… dobbiamo abituarci a tenere i nervi a posto e a farli tenere a posto ai compagni della base»)”.
Revelli non aggiunge che Mussolini moto probabilmente era al corrente dei dissidio, e sapeva che l’arresto di Gramsci avrebbe intimorito il Pci in Italia ma senza turbare i rapporti con Mosca, che voleva ed erano eccellenti.
 
Galiani
– Il dimenticato abate napoletano a Parigi figura nel primo sottotitolo di Nietzsche per “Ecce homo” - l’autoincensamento a Torino dopo una breve stagione prodigiosa di parti filosofici - come testo di riferimento: “Come si diventa ciò che si è. Planare dall’alto e avere degli artigli, ecco la dote dei grandi geni”.
La citazione Nietzsche traeva da una lettera di Galiani a Mme d’Épinay, 24 novembre 1770.  
 
Manomorta
- Padre Pirrone, il gesuita del “Gattopardo”, così spiega “le future inevitabili confische dei beni ecclesiastici” ai suoi compaesani addormentati: “Il sindaco comprerà tutto, pagherà le prime rate, e chi s’è visto s’è visto”.
Avidità senza limiti. Alla sua insegna si potrebbe riscrivere tutta la storia vera, del laicismo e dell’unità d’Italia, Nel “Gattopardo” è “il patrimonio dei poveri”. Anche nelle “Lettere” di Pasquale Villari del 1862, a ridosso dell’unificazione e dell’applicazione delle leggi eversive (non più della feudalità, estinta da qualche secolo, ma del patrimonio ecclesiastico). Se ne appropria la borghesia, sotto il pretesto dell’anticlericalismo, a vile o nessun prezzo. Non solo delle proprietà eccesiastiche, del resto, anche degli usi civici, i terreni riservati all’uso dei poveri.
 
Padre
– Un riconoscimento viene da un padre del tutto non modello, Simenon. “Il figlio”: “La data più importante nella vita di un uomo è quella della morte di suo padre… È solo quando non hanno più bisogno di lui che i figli comprendono che il loro padre era il loro migliore amico”. Anche i figli maschi.
 
Romolo
– “Il primo re”, “il fondatore”, che le serie Rai prospettano come un selvaggio, lo era anche per Thoreau - perché non poteva essere altrimenti: “I nostri antenati erano selvaggi. La storia di Romolo e Remo allattati da una lupa non è una favola priva di senso”.
Ed è vero che dell’epoca non si è trovato più di qualche sasso,  vivevano in capanne. Ma parliamo di anni in cui gli Etruschi si costruivano tombe come reggie, con statue raffinati dipinti, e dispensavano lussi.
 
Sartre
– Comico di talento? Lo vuole Daria Galateria sull’altro “Venerdì di Repubblica”, dove conclude “le vacanze romane di Sartre”, le cronache che ne scrisse (recuperate ora in “La regina Albemarle o l’ultimo turista”) con “il suo profondo e (Dio ci perdoni) elegante talento comico”.
O la conclusione è un tantino ironica, antifrastica? Ill “Roma” della compilazione “Albemarle” è trinariciuta, piuttosto seriosa - o tanto seriosa da essere ridicol?
 
Sciascia
–Fu un “pensionato baby”, come si poteva allora grazie a una legge di Andreotti, e usava specialmente alle Poste e nell’insegnamento, per favorire il lavoro delle donne non a scapito della famiglia. Si poteva andare in pensione dopo vent’anni di servizio – o sedici più quattro anni di università, se “riscattati”. Sciascia ne approfittò dopo 21 ani di servizio, dal 1949 al 1970, a 49 anni. Una pensione che era la metà dello stipendio d’insegnante. 
 
Viaggio
–Può essere triste, quello d’affari per esempio. Flaiano lo spiega distesamente, nella “Conversazione continuamente interrotta” - una farsa teatrale cui lavorò negli ultimi anni, sull’attività di sceneggiatura dei film con un regista volatile, menefreghista (Fellini). Una proposta, una delle tante, è “la giornata di un uomo solo in una città che non è quelle dove risiede normalmente”. Che evapora sotto queste considerazioni: “Ma è una tragedia!”, come si sceneggia? “Conversazioni col portiere dell’albergo, col padrone di un negozio, col tassista, col cameriere, tute persone che vede per la prima e l’ultima volta. Scambi di luoghi comuni sul tempo, la vita, il passato e il futuro. Solo al ristorante, occupa un tavolo. Mangia per non deludere il cameriere. Compra giornali. Compra oggetti che non gli servono e non gli piacciono. E libri che getterà via dopo le prime pagine. Si studia a lungo nello specchio del bagno. Di sera, una ragazza sotto i portici lo guarda e gli dice: «Baffetto», per adescarlo. Lui va per la sua strada. Torna in albergo, non succede niente”.
Baffetto per dire Flaiano, sceneggiatore esimio, che lo portava?
 
Visto
– Sbarca in Australia spazientito, benché ospite di società letterarie australiane, ancora risentito ad alcun giorni dal fatto, Tabucchi nel “Taccuino australiano” – che scrive anzi al ritorno dall’Australia, e pubblica sul “Corriere della sera” del 20 ottobre 1991 (ora in “Viaggi e altri viaggi”): l’ingresso è stato fiscale e brusco - “L’accoglienza è dura, fredda, quasi respingente”, comincia così. I passeggeri vengono informati che “appena fermo sulla pista l’aereo (on i suoi passeggeri) verrà «disinfestato» (sic!) con uno speciale spray approvato dal Consiglio mondiale della Sanità” - l’Oms? “Ed ecco che sull’aereo ormai fermo salgono due uomini con una giacca a quadri come nei film americani degli anni Trenta” - dei film di gangster? E “il bello deve ancora venire”: si forma una lunga a fila di passeggeri - il Boeing  747, pieno di emigrati italiani di ritorno dalle visite ai parenti in Italia, poteva trasportare 5-600 persone, a seconda dell’allestimento - che “procede con una lentezza esasperante”. Tre passeggeri alla volta sono portati da una poliziotta durissima a tre sporteli, dove ognuno viene interrogato a lungo, sul passaporto, il visto e le ragioni del viaggio. Anche Tabucchi viene interrogato a lungo, dopo qualche ora. E non è finita: mentre aspetta il bagaglio, racconta, un giovane poliziotto “mi intima di mostrargli il passaporto”. E “mi chiede tagliente quale è la ragione del mio viaggio in Australia”. Tabucchi risponde: “Sono stato invitato a tenere conferenze. Mi mostri la lettera di invito, replica lui”. Tabucchi non ce l’ha addosso. Succede una mezza bagarre. Quando infine il “giovane poliziotto” decide che ne ha avuto abbastanza, racconta ancora Tabucchi, “solo allora capisco il motivo per cui è venuto a inquisirmi. Perché ridevo”.
In realtà l’interrogatorio alla polizia di frontiera era normale, in Australia come in Gran Bretagna prima del suo ingresso nella Ue - e ora probabilmente dopo la brexit: fiscalità e spocchia, il viaggiatore è un invasore.

letterautore@antiit.eu

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