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giovedì 4 settembre 2025

A Pechino un revival, sovietico

Al tirare delle somme a Tianjin nn si è creato un fronte politico, tanto meno economico. Il vertice Sco - che non ha un vertice e nemmeno un programma, è solo una riunione informale, quando la Cina ha bisogno di diffondere qualche immagine di visitatori illustri – era solo di facciata. Un prologo mediatico alla vera scena, la parata militare a Pechino  vecchia Urss, presieduta da tre leader vecchia Urss, Xi, Putin e Kim. Con la scusa degli ottant’anni della vittoria contro l’invasore Giappone -  senza menzionare Hiroshima, né le “tempeste di fuoco” del generale incendiario Curtis Le May, tutto made in America.
La scena, godibile a volontà in rete, è una comica dei tempi di Stalin e Mao. Che erano nemici ma facevano finta di no. Molta storia è passata da allora, e le differenze, anche ostilità reciproche, si sono accentuate. E così, Russia, Cina e Nord Corea non hanno più nulla in comune. Ma la nostalgia sì.
Senza il duplice abbraccio e il bacio in bocca, e con vestiti di sartoria, ma i tre leader si esibiscono come si faceva col cerimoniale sovietico. Con le stesse latenze anche, visibili seppure non dette – riserve, timori.  
L’unica novità è che il presidente Xi ha i piedi piatti. Che lasci circolare le immagini in cui cammina a papero – e l’occhio vi si affissa, è calamitato dai piedi. Qualcosa è cambiato, non controlla proprio tutto?
E il dubbio viene: vecchia Urss non sarà anche il sorpasso economico?

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