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martedì 2 settembre 2025

Povera Calabria, un pozzo senza fondo

Nel 1908 un aristocratico austriaco, 34nne, molto azzimato, benché frequentatore occasionale di poeti e artisti, non però di bohème – anzi: Rilke, Wedekind, Wassermann tra gli altri – nonché romanziere già di fama, decide di fare, da solo, il viaggio lungo la costa adriatica dell’Italia (l’Adriatico efrfaanche un mare austriaco) a Venezia fino a Bari, e poi tagliare per Taranto fino in Calabria. Decide di fare un tour della Calabria. E ne ha già pronto il racconto appena tornato, racconti di cose viste e di conversazioni occasionali, con gente e di fatti ordinari. Un testo subito pronto. Senonché il terremoto del 28 dicembre potrebbe farne saltare la pubblicazione. Van Oestéren rimedia on una postfazione, nella quale si scusa “per il tono allegro e noncurante cin cui talora racconta quello che gli è capitato”. E aggiunge due appendici sul terremoto del 1783:  le relazioni del cavaliere Du Fay, e quella di lord William Hamilton, l’ambasciatore inglese presso il re delle Due Sicilie.
Un tono leggero, dunque. Come le persone che incontra, gente qualunque – compresi i primi emigrati di ritorno. Sui fatti minimi della vita di ogni giorno. Col limite della poca conoscenza dell’italiano, e nulla del dialetto. Pochi anni dopo il suo racconto dovrà confrontarsi con quello di Norman Douglas, più sapido, e la “Povera Calabria” cade  nel limbo. Ma Douglas è svelto di lingua (i suoi aneddoti hanno soprattutto la forza del linguaggio). E preferirà muoversi a piedi, al più a dorso di mulo. Mentre Oestéren usa tutti i mezzi possibili, per fare presto: treno, carrozza, diligenza postale, mulo, cavallo. Attratto da che? Dal pericolo forse, perdurando la nomea della Calabria dei briganti. Oppure dalla natura. Di questa ha immagini grate. E si congeda con le parole celebri di lord Hamilton, “Addio, bella Calabria”.
Il suo racconto mantiene tuttavia dei punti d’interesse. Gli scorci naturalistici. E l’ottimismo, malgrado tutto: la Calabria certo è povera, ma von Ostéren buon illumìnista ritiene che con l’istruzione tutto si risolverà.
L’unica opera tradotta di un autore austrotedesco (si spostò poi a Berlino) narratore ragguardevole.  Nella collana per ogni aspetto anch’essa notevole: traduzioni, curatela, grafica, prezzo, “Viaggio in Caabria”, curata da Vittorio Cappelli, una cinquantina di titoli, tutti curiosamente per qualche aspetto interessanti. Si direbbe la Calabria un pozzo senza fondo.
Friedrich Werner von Oestéren, Povera Calabria, Rubbettino, pp. 187, ril. € 7,90

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