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sabato 6 settembre 2025

La scomparsa dell’amore

La-la-Land è lo stato di euforia fantastica, di chi vive in un mondo di fantasia. Nel film è una storia d’amore reale, come ne avvengono. Semplice, senza drammatizzazioni, e sempre riacceso, fra un musicista jazz e un’aspirante attrice. I due fanno carriera, aiutandosi reciprocamente, poi si perdono di vista (gli impegni artistici allontanano), vivranno ognuno la sua vita, e quando si incontrano per caso si sorridono. Una storia dunque non a lieto fine ma a lieto svolgimento. Dell’amore in quanto tale, oltre la vita quotidiana, le occorrenze, gli impegni, le difficoltà. Una storia alluscita scontata, vivacizzata da Chazelle con canti e balli.
Riproposto dopo appena otto anni, si segue curiosamente come una storia d’antan, remota. Una storia d’amore, cantata anche e ballata? La più scontata, tra un lui e una lei? Non se ne possono più fare, evidentemente – non c’è pubblico, o non c’è editoria-produzione per storie del genere, straight, classiche. Anzi, non c’è more possibile (convincente) e spontaneo, c’è solo il coltello.
Anche gli interpreti sembrano di un altro mondo. Specie lei Emma Stone, diventata un manichino, inespressiva, faccino piatto, occhi esorbitati, per le fantasie meccaniciste del regista Lanthimos. Lui, Ryan Goslin, f a il manichino, in “Blade Runner 2049” e in “Barbie”.  
Damien Chazelle, La la Land, Sky Cinema

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