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sabato 23 febbraio 2008

L'imposta del sale?

Ci fanno pagare il parcheggio in strada, poco meno del parcheggio privato. Incamerano quest’anno il saldo dell’addizionale Irpef dell’anno scorso e un anticipo di quella del 2008. Impongono la revisione onerosa dei coefficienti castatali, della prima casa inclusa, per moltiplicare l’Ici, e sui nuovi coefficienti si accordano per chiedere cinque anni di arretrati. Le trovate si moltiplicano ogni mese, e la lista dei Comuni sanguisuga prende la metà dei Comuni italiani, i Comuni compagni.
Il federalismo fiscale ha avuto un’accelerazione catastrofica: i vecchi balzelli si gonfiano, nuovi se ne inventano. Alla radice dell’indisponibilità del reddito, e comunque della scarsa propensione a spendere che affligge l’Italia da un quindicennio, della paura, c’è il Comune. Alla radice anche dell'inflazione, più della benzina, essendo spesa irrinunciabile. A partire dall’Ici, l’infausta patrimoniale sulla casa, introdotta surrettiziamente nel 1992 per difendere l’Italia dai raid del pirata Soros, nume di questa sinistra. False tariffe, che invece sono imposte. E sarebbero false anche come imposte di scopo. Ci sono imposte locali sulla luce e il gas, e perfino sul bollo di circolazione. Non fisse ma percentuali, e quindi in ascesa col carovita. L’acqua del rubinetto costa a metro cubo più della benzina, la quale costa moltissimo. La Tarsu sulla seconda casa, che sia abitata almeno due mesi l’anno, cosa quattro euro a sacchetto.
Napoli vuole un ingresso per entrare ai “giardini storici”. Anche Caserta per il parco della Reggia. Sulle Alpi s’introducono dei ticket per i posti panoramici. La fantasia fiscale non manca. A Milano si paga per entrare in città, e questa è una novità assoluta, anche perché quel Comune è di destra. A meno che non sia un’anticipazione delle Larghe Intese. Nel qual caso si potrebbe qualificare la misura quale effettivamente è, un dazio. Estendibile, anche se è un ritorno all’antico, alle derrate alimentare, al vino, allo zucchero, e al sale che tanta storia d’Italia ha fatto.

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