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venerdì 24 ottobre 2008

La fine malinconica della piazza

Manifestano gli studenti a piazza Navona, davanti al Senato, ieri giovedì. Oggi la Rai veltroniana dice che erano settemila, i grandi giornali veltroniani trentamila. Chi c’era ne ha contati alcune centinaia. Per buona metà mamme con bambini - di famiglie impegnate, certo. E la piazza era soprattutto triste, quasi sorpresa di tanta mancanza di gioia e fantasia. Nella piazza come nei tg non si sentono altre proteste che quelle manierate dei piccoli funzionari di partito – più spesso è una ragazza assorta, che pensa mentre parla: dirà una lezione imparata?
Ieri in Italia sono state occupate venti facoltà, dice ancora la Rai. La Rai è veltronianamente trionfale, ma venti facoltà sono così tante, su un migliaio?
È più utile alla sinistra dire la verità oppure montarla? C’è da preparare la manifestazione di sabato, e quindi la mobilitazione serve. Ma serve sputtanarsi coi giovani? Il rinnovamento dei quadri di partito è ottima cosa, il ringiovanimento della politica, ma a che pro costruirsi dei cloni, seppure giovani e tutti belli, che ripetono inerti il linguaggio spento di un centralismo democratico che puzza da lontano? Che solo pensano al posto e alla piccola carriera funzionariale che si stanno meritando?
Si può ritenere la grande informazione schierata con Veltroni. E questo sarebbe un segno di forza politica. Ma si può anche pensarla impegnata in proprio a cercarsi un pubblico, che ultimamente la diserta sempre più. Montando ad arte questo o quell’avvenimento. Prima il carovita e la grande povertà in Italia, poi il fallimento delle banche, ora la protesta delle mamme coi bambini. Uno spera sempre che vendano una copia in più, ma l’impressione è che si agitino nel vuoto, da pazzi innocui nel manicomio – aperto, come si deve.

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