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giovedì 23 ottobre 2008

Ombre - 7

Palermo assolve Calogero Mannino ripetutamente, dopo averlo perseguito per un quindicennio per mafia. “Tanti pentiti e nessuna prova”, dice lo stesso Mannino. È così: i pentiti nell’intreccio mafia-politica hanno sempre fallito. Con Andreotti e con Mancini prima, e ora si aspetta Dell’Utri.
Efficaci e a volte risolutivi contro altri mafiosi, i pentiti di mafia sono inefficaci contro i politici. Pur essendo a ogni processo sempre numerosi, venti-trenta. L’altra singolarità è che, pur essendo tanti, i pentiti conoscono nei casi dei politici sempre una o due cose, le stesse, tutti quanti. Come di un sentito dire.

Antonio Gnoli vuol fare dire a Cabibbo, “Repubblica” di giovedì 23, che la scienza è incompatibile con la fede. Antonio ha gli strumenti per sapere che la cosa è compatibile – malgrado questo o quel papa, e magari la chiesa tutta. Ma il lettore di “Repubblica” evidentemente no. Gnoli deve perfino piegarsi a fare dell’eutanasia una scienza, un progresso.

Giovedì sono morte una diecina di persone nel cagliaritano per un temporale, e le Borse sono crollate. Ma “Repubblica” spara dieci pagine sulla protesta degli studenti, con la polizia a scuola eccetera, e tutti i giornali radio e i telegiornali, per tutta la giornata, compreso il Tg 4, non trovano altro argomento.
“Repubblica” si conferma la regina del giornalismo, anzi l’imperatrice: non c’è altro giornalismo che il suo. Non solo gli argomenti, anche gli orientamenti (il “taglio”) “Repubblica” impone – gli orientamenti discendono dall’ottica come gli eventi sono presentati, dal “taglio”. Anche ai giornali di orientamento avverso.

Veltroni divorzia da Di Pietro. Titolo su tre colonne in pagina interna, pari – le pagine pari si vedono meno. Casini accusa Berlusconi. Due colonne, ma in prima pagina, di spalla.
C’è il regime in Italia? In un certo senso sì, se una delle forme del regime è la propaganda: c’è nei giornali della sinistra, che appartengono ai maggiori capitalisti del paese, concorrenti di Berlusconi, nei confronti dei simpatizzanti di sinistra, ai quali fanno credere l’incredibile.

Il presidente Napolitano venerdì 17 si spende per la riforma della scuola. E per la moratoria sull’ambiente, beninteso solo fino al superamento della crisi economica. Insomma, cauziona il governo.
Il Tg 3 apre sull’ambiente, affermando che Napolitano rimprovera il governo. E fa seguire una lunga pappardella da Bruxelles, con dichiarazioni di questo e di quello, che “condannano” l’Italia: per l’ambiente, per la scuola, e anche per le classi differenziate d’italiano, che gli immigrati invece tanto apprezzano. È masochismo? È incapacità? È follia.
Venerdì 17 le scuole hanno manifestato a Roma contro il governo. Gli insegnanti del liceo romano Mariani si sono esibiti in corteo con una stella gialla sul petto. Per “vantare” irridenti una minaccia di sterminio.
Scarsa sensibilità? Questa è proprio stupidità. Ma sono i professori del miglior liceo romano.

Andrea Tarquini, nella corrispondenza per “Repubblica” sul caso di Kundera, se è stato o no una spia comunista, rievoca martedì 14 “gli anni tragici ed eroici della nascita del regime a Praga”. Un regime che nasce eroicamente? Forse Tarquini intendeva dire l’eroismo degli oppositori del regime? No, dice che il partito Comunista aveva le sue buone ragioni, dopo la vittoria nelle “libere elezioni”. Elezioni libere con un regime, che aveva fatto un colpo di Stato?
Andrea è persona colta, difficile che si sia imbrogliato nella fretta di scrivere la corrispondenza, le cose note emergono d’istinto. È però, è stato, un socialista, proviene dall’“Avanti!”, e a “Repubblica” per farsi perdonare questa tara molti atti di contrizione sono necessari.

Romano Prodi non trova di meglio, domenica 12, che recarsi in visita da Ahmadinejad a Teheran. Siccome dirige una task force dell’Onu per l’Africa, avrà pensato che Teheran è sulla strada per il continente nero? Succede, la geografia è dopo Berlinguer materia suppletiva. O non ha voluto coraggiosamente negarsi ogni possibilità di tornare in politica, sia pure al Quirinale? Sarebbe in linea con la famosa scelta di sabbatico a tempo indefinito, nonostante l’Onu. Quello all’Onu è infatti un incarico che gi è piovuto addosso per caso, lui non l’ha brigato, anzi nemmeno si è candidato.

Venerdì 10 le scuole manifestano contro il governo. A Roma davanti al ministero occupano la strada alcune centinaia di studenti. Occupano la carreggiata del tram n. 8, lasciando libera quella delle automobili, e degli autobus. Gli interventi, scanditi per circa un’ora e mezza, fino alle 11,30, sono “professionali”, da praticanti politici.
Le cronache diranno che i partecipanti a Roma erano quarantamila, “per gli organizzatori”. Un giornale non ha il dovere di esercitare un minimo, facile, semplice, controllo? Oppure l’ha esercitato, ma si allinea – c’è ancora la “linea”.

La figlia dell’operaio e sindacalista Guido Rossa, comunista, è sola, anche se non rancorosa, a criticare la grazia di Sarkozy alla terrorista non pentita Petrella che ha assassinato suo padre, nelle due pagine che il “Corriere della sera” dedica all’evento. La storia è della Petrella giovane, in fotoritratti accattivanti, e delle sorelle italo-francesi Bruni Tedeschi, l’attrice che la Petrella impersonò in un film torinese sulle Br, e la cantante che ha sposato il presidente francese, che hanno passato l’estate a consolare la terrorista, e il suo dossier hanno fatto riconsiderare a Sarkozy, il capofila della destra francese.
Dov’è la destra e dov’è la sinistra? Può darsi che la Petrella sia ammalata, e la storia finisce qui. Del resto, le Bruni Tedeschi hanno confortato la Petrella con la grazia – la mancata estradizione equivale alla grazia – e col rosario.

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